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Thursday, October 29, 2015

Review: Uomini senza donne

Uomini senza donne Uomini senza donne by Haruki Murakami
My rating: 4 of 5 stars

Nessuno puo’ sapere cosa sogneremo domani. (73)

Le medesime passioni hanno nell'uomo e nella donna un ritmo diverso: perciò uomo e donna continuano a fraintendersi.
FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ’n mille dolci nodi gli avolgea,
e ’l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi;

e ’l viso di pietosi color’ farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di sùbito arsi?

Non era l’andar suo cosa mortale,
ma d’angelica forma; e le parole
sonavan altro che, pur voce umana;

uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch’i' vidi: e se non fosse or tale,
piagha per allentar d’arco non sana.

Petrarca

Lui per un certo periodo si dedico’ con particolare passione alla calligrafia. Tracciando ideogrammi sulla carta candida col pennello imbevuto di inchiostro nerissimo, gli pareva di veder sciogliersi a poco a poco il groviglio che aveva nel cuore. (17)

Se nel nostro operato non intervenisse un organo che ci spinge ad altezze vertiginose o ci fa precipitare storditi in fondo al baratro, un organo che a volte ci mostra splendide visioni, a volte ci induce a cercare la morte, la nostra vita sarebbe una cosa ben squallida. Si ridurrebbe a una serie di abitudini. (110)

Perche’ le donne offrivano un tempo speciale che annullava la realta’, pur restandovi immerse. (141)

Ma tra noi due, fin dall’inizio, era come… come dei bottoni sfasati rispetto alle asole…
“Dei bottoni sfasati rispetto alle asole”, penso’ Kino. (165)
To do list: comperare ago e filo.
Alternative: cucire tutte le asole ed usare i bottoni lanciandoli sopra l’acqua di uno stagno (che rimbalzano!).
Infine: ‘Posto che la verita’ sia una donna’... (sempre lui).

Gli bastava pensare a lei, rivedere mentalmente la sua figura, per sentire un calore in petto. E comincio’ a rallegrarsi di non essere un pesce o un girasole.

Rimase per molto tempo seduto a occhi chiusi. Assaporava tranquillamente quel calore, come una persona accanto a un falo’. (204-5)

Un giorno all’improvviso diventi uno dei tanti uomini che non hanno una donna.

Mentre controlli la pressione delle gomme, versare lacrime sulla strada arida. (215-6)


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Wednesday, October 21, 2015

Review: L'uomo che cammina

L'uomo che cammina L'uomo che cammina by Jirō Taniguchi
My rating: 4 of 5 stars

Nel mondo dell'uomo che cammina si puo' dormire sotto un albero di ciliegio, su un letto di petali, nel giardino dell'infanzia che ritroviamo da adulti, in uno di quei viaggi a ritroso che, attraverso l'esperienza delle sensazioni, ci permette il piu' elusivo dei tragitti, quello attraverso il tempo. (dall'introduzione di Marco M. Lupoi)

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Review: La ferocia

La ferocia La ferocia by Nicola Lagioia
My rating: 4 of 5 stars

Cosa ci lega gli uni agli altri? La ferocia?

Leggibile… ma se ad ogni angolo di questo mondo dovessimo intravedere spiriti o recondite simbologie non basterebbero i multi-mondi di Bohr per rifuggirne.

La predizione è molto ardua, soprattutto se riguarda il futuro. (Niels Bohr) (all’inizio)

E seppure qualcuno ha ventato il pensiero debole come imperante, qualcun altro (ad esempio Lagioia) torna agli istinti forti adducendo che solo quelli ci fanno inchiostrare le pagine del presente.

Se gli uomini d’affari non tenessero alta la soglia dell’inconsapevolezza, se lasciassero affiorare ragionamenti che in superficie esploderebbero nella loro totale contradditorietà, non guiderebbero il mondo come fanno. (117)

Le amiche cercavano di consolarla. Gioia, seduta tra di loro sul divano del soggiorno, continuava a tessere le lodi della sorella morta. Quanto era stata bella. Ricordo’ a tutti il modo confondibile con cui faceva ingresso in una stanza. Una linea sottratta all’indifferenziata gabbia acustica da cui siamo circondati - allora sapevi che Clara era a pochi passi. (156)

L’ingegno umano era libero di inventarsi le architetture piu’ strambe, quelle che piu’ lo illudevano di staccare l’ombra dal terreno che le aveva generate. Ma il fondo delle cose (l’umida terra sotto le pale eoliche, il verme nella serra, la bianca polvere che si levava ovunque) restava chiuso nel suo mistero. Erano i boschi di sempre. Topo segue pifferaio. Carrozza diventa zucca. Lupo mangia maialino. Ragazza in fondo al pozzo. Specchio specchio… (158)

L’agnello crea la tigre facendosi mangiare da lei. (205)

Adesso Clara lo sentiva. Era convinta che il demone lucente di Michele - la traccia che sentiamo dopo aver frequentato una persona a sufficienza perche’ i suoi caratteri primari si ricombinino dentro noi in modo via via piu’ complesso, fino ad avere vita propria - scintillasse in coloro che lo avevano conosciuto da ragazzo. (276)

Ma Michele non cercava la verita’. Qualcosa di piu’ sottile. La nera membrana di celluloide dentro cui e’ imprigionato un fantasma che scompare in fase di sviluppo. Neanche la menzogna, ma un gesto. Qualcosa che spezzasse la catena dei significati, cosi’ che la sete di verita’ non fosse mai nemmeno nata. (365)

Splendido e feroce come la bocca spalancata della tigre di cui aveva letto da ragazzo. (405)



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Wednesday, October 14, 2015

Review: Il lago

Il lago Il lago by Banana Yoshimoto
My rating: 3 of 5 stars

… semplice come sbucciare una banana.

Un altro tentativo di leggere autori contemporanei … andato in fondo al lago.

Nonostante l’età di Chihiro e Nakajima Il lago sembra più un romanzetto per adolescenti...

Da piccola, ogni volta che aprivo gli occhi durante la notte, la trovavo lì (mia madre), a massaggiarmi dolcemente la pancia, a sistemarmi il pigiama e coprirmi con la trapunta.
Me lo ricordavo ancora, lo ricordava il mio corpo: “Essere amati significa questo, avere qualcuno che desidera accarezzarti e trattarti con dolcezza”. Ecco perché il mio corpo è indifferente ai finti affetti. E’ stato “ben educato”. (20)

Da bambina mi bastava guardare in viso mia madre per capire dove mi trovassi, adesso non avevo altri che me stessa. (51)

In quel periodo credevo ancora che il mondo fosse un posto tutto sommato felice, fatto dei rumori delle famiglie a cena, del sorriso di una madre che saluta il marito quando va al lavoro, del tepore di un corpo accanto al nostro quando ci svegliamo nel cuore della notte.
Ma non era così per Nakajima: il suo mondo era immerso nel buio. (76)

(Nakajima)
Vedi, le persone come noi non stanno mai nel mezzo. Siamo sempre ai margini, e in linea generale sono convinto che sia meglio non distinguersi troppo. Il più delle volte vediamo le cose al contrario rispetto a tutti gli altri, e se ci distinguiamo finiamo inevitabilmente per attirarci inimicizie. Ma ci sono cose sulle quali è importante non cedere mai, o si finisce per vivere come degli eremiti. (99)

C’è la superficie, e poi c’è quello che vediamo sotto la superficie. Un tè delizioso, una stanza impolverata, il lago che luccica fuori dalla finestra… (138)
… e perfino il martin pescatore frena il suo volo apprezzando solamente il riflesso sull’acqua.



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Friday, October 9, 2015

Review: Le avventure del capitano Hatteras

Le avventure del capitano Hatteras Le avventure del capitano Hatteras by Jules Verne
My rating: 4 of 5 stars

… e Dan Simmons col suo libro The Terror?

Per un pensatore, per un filosofo, la partenza di un bastimento ha sempre qualche cosa di commovente: l’immaginazione volentieri si fa strada e lo segue nelle sue lotte con le onde, nelle sue battaglie con gli uragani, nella sua avventurosa corsa, che non sempre si conclude nelle acque di un porto; e per poco che la fantasia se la figuri alle prese con un incidente imprevisto, quella nave si presenta sotto una luce fantastica, anche se la mente non e’ disposta alla fantasia. (14)

Nel luogo stesso ove Franklin e i suoi compagni passarono pieni di energia e di speranza, non rimaneva per memoria che un gelido marmo. E nonostante questo lugubre avvertimento del destino, il Forward si lanciava ciecamente sulle orme dell’Erebus e del Terror! (104)

Hatteras era quasi invisibile, non prendeva parte ne’ alle cacce ne’ alle perlustrazioni, non s’interessava dei fenomeni meteorologici che erano la passione del dottore. Egli viveva con un’unica idea che si poteva riassumere in tre parole: il Polo Nord. (127)

- Si conosce la forza di resistenza del ghiaccio? - chiese il vecchio marinaio, sempre avido d’istruirsi in compagnia del dottore.
- Perfettamente, - rispose questi. - Che cosa si ignora ormai di cio’ che nel mondo puo’ venir misurato, tranne l’ambizione umana? (178)

Il capitano Hatteras camminava invariabilmente verso il nord. (309)


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Friday, October 2, 2015

Review: Mille gru

Mille gru Mille gru by Yasunari Kawabata
My rating: 5 of 5 stars

Tsuru, 鶴
In Giappone la gru è il simbolo della longevità e della buona salute ed è convinzione comune che chi realizza nella vita mille gru con gli origami, potrà realizzare i propri desideri di cuore e vivere più a lungo.

Delle vecchie diapositive si scombinarono tra loro - sovrapponendosi - i vari volti divennero un unico volto che li racchiudeva, riassumeva e confondeva…
ma ogni cuore soggiace solo per un istante all’ebbrezza dell’unione
e dal mucchio raccoglie solo una diapositiva
per poi dimenticarla tra i mille fogli di un libro mai scritto.

Piu’ che a lei, Kikuji si era rivolto al proprio cuore inquieto: si era lasciato condurre con naturalezza in un altro mondo, nel quale pareva che non esistesse alcuna differenza tra lui e suo padre. (72)

La Ota era morta per non aver potuto sottrarsi al sentimento di vergogna che la tormentava? Oppure si era tolta la vita, travolta da una passione incontenibile? Per una settimana Kikuji aveva inutilmente tentato di risolvere il dilemma. (79-80)



Fumiko non conosceva la madre sotto quell’aspetto.
Il fatto che i figli ignorino il corpo della madre, da cui pure sono nati, reca in se’ qualcosa di stranamente bello, come stranamente bello e’ il rivivere di quel corpo in quelle delle figlie. (89)

Un oggetto che era stato della Ota veniva ora maneggiato dalla Kurimoto, e alla morte della Ota era passato nelle mani di Fumiko, e da queste in quelle di Kikuji.
Che strane vicende! Ma forse questa era la sorte che spettava a tutte le porcellane destinate alla cerimonia del te’. (122)



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