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Saturday, December 14, 2013

Andare a piedi: Filosofia del camminareAndare a piedi: Filosofia del camminare by Frédéric Gros
My rating: 4 of 5 stars

Critica della camminata pura (ossia senza ragione).

Noi non siamo di quelli che riescono a pensare solo in mezzo ai libri, sotto la scossa di libri - e' nostra consuetudine pensare all'aria aperta, camminando, saltando, salendo, danzando, preferibilmente su monti solitari o sulla riva del mare, laddove sono le vie stesse a farsi meditabonde. Nietzsche (23)

Andiamo, cappello, mantella, i pugni in tasca e usciamo.
Avanti, forza!
Andiamo!
Rimbaud (51)

Spesso l'uomo che incontro m'insegna meno del silenzio che lui stesso rompe.
Thoreau (63)

Ecco: camminare e' accompagnare il tempo, mettersi al suo passo come si fa con un bambino. (79)

Paesaggi, in Nerval, di castelli e di torri merlate, masse rosse mobili dei boschetti sul verde delle valli, dorature aranciate dei tramonti. Alberi, sempre alberi. Paesaggi piatti come un sonno. Le nebbie azzurrine del mattino fanno comparire fantasmi in ogni dove. Le sere d'ottobre sono d'oro vecchio. Vi si cammina come in sogno, lentamente, senza sforzo (pochi rilievi accidentati). Lo scricchiolio delle goglie morte. (149-50)

Alle cinque del pomeriggio, si sapeva che Kant sarebbe uscito a fare la sua passeggiata. Era come un rito immutabile, regolare e capitale come il sorgere del sole. (160)
Probabilmente, come si e' sempre letto, erano le tre del pomeriggio.

Non c'e' modo di essere piu' terreni che marciando: la monotonia smisurata del suolo. (182)

La marcia permette quel rapporto deciso con se' stessi che non appartiene all'ordine dell'introspezione indefinita (quest'ultima preferisce la posizione sdraiata su un divano), ma a quello dell'esame meticoloso. (193)

Manca Hemingway, che scriveva in piedi.

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