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Thursday, March 24, 2016

Review: Il sergente nella neve

Il sergente nella neve Il sergente nella neve by Mario Rigoni Stern
My rating: 5 of 5 stars


IL SERGENTE NELLA NEVE (**** )


Sergentmagiu’, ghe rivarem a baita? (12)


Diavolo! Piantiamo qui tutto, ci sono tante belle ragazze e vino buono, no, Baroni? Loro hanno le Katiusce e le Maruske e la vodka e campi di girasole; e noi le Marie e le Terese, vino e boschi d’abeti. (34)


Ma quando finisce? Alpi, Albania, Russia. Quanti chilometri? Quanta neve? Quanto sonno? Quanta sete? E’ stato sempre cosi’? Sara’ sempre cosi’? Chiudevo gli occhi e camminavo. Un passo. Ancora un passo. (47)


Ma da un carro russo che bruciava parti’ una raffica di arma automatica in direzione dei tedeschi e questi si sparpagliarono subito come uno stormo di uccelli. Due salirono sul loro carro e tirarono un colpo di cannone al carro russo e questo, colpito nella riserva delle munizionI, salto’ in aria come si vede qualche volta al cinematografo. (91)


Cammina, cammina, ogni passo che facciamo e’ uno di meno che dovremo fare per arrivare a baita. (101)


E tanti e tanti altri dormono nei campi di grano e di papaveri e tra le erbe fiorite della steppa assieme ai vecchi delle leggende di Gogol e di Gorky. E quei pochi che siamo rimasti dove siamo ora? (116)



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Review: Quota Albania

Quota Albania Quota Albania by Mario Rigoni Stern
My rating: 4 of 5 stars


QUOTA ALBANIA


Non sento rumori di spari o scoppi di bombe: è un paesaggio tranquillo tra le montagne. Come a casa. Come una malga che aspetta l’alpeggio del primo mercoledì di giugno. Ci vado zufolando senza ricordare che in spalla ho un fucile. (16)


Se potessi trovare un fienile, o stendermi sopra un pò di paglia asciutta, che dormire! (27)


Come assetati beviamo l’aria pura del mattino: poter lavarsi il viso, sciacquarsi la bocca per cacciare fuori la polvere naftosa e bere un caffè, sentire l’odore del pane appena sfornato, vedere il sorriso di una ragazza. Ma questo era una volta e non ne sapevamo il valore: ora mi sembra d’essere inutile come una borraccia vuota. (51)


I giorni e le notti si susseguono eguali: alpini, muli, corvée, tormenta in alto e fango in basso. (124)


La guerra, l’Italia, la pace, la vittoria, il duce, il re imperatore sono cose che non mi riguardano. Vorrei vivere come il pomeriggio di quella domenica quando camminavo sulla strada di Agliè e una ragazza in bicicletta mi passò accanto: tutto era avvolto nella primavera. (133)


Chiudo gli occhi e sotto le palpebre ruotano infiniti piccoli soli colorati. E mi lascio vivere. (148)




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Sunday, March 20, 2016

Review: Le canzoni dell'aglio

Le canzoni dell'aglio Le canzoni dell'aglio by Mo Yan
My rating: 4 of 5 stars

Quando l’odore dell’organico scuote.

Pensava a Gao Ma, pero’ non osava guardare il suo campo. Eppure il pensiero di lui le accendeva il desiderio di rivolgere lo sguardo in quella direzione. Il vento continuava a soffiare agitando le piante e facendole frusciare. Tuttavia le pannocchie e le spighe, ormai secche, non potevano piu’ muoversi come quando erano verdi, quando le foglie color smeraldo avevano fluttuato come nastri di morbida seta formando fresche onde, quando lei e Gao Ma, distesi nel campo, avevano guardato le foglie sopra di loro e il cielo azzurro e le nuvole bianche tra le foglie, sentendosi a un tempo felici e tristi… (77)

Spesso mi stupisco di come gli alti funzionari dello stato che mangiano carni di tutti i tipi, vestono abiti di seta e ricevono ottime cure mediche, arrivati a settanta-ottant’anni muoiono. Quel vecchio del nostro villaggio, invece, che ha lavorato tutta la vita, che e’ stato abbandonato dai figli, che non mangia cibo speciale ne’ veste abiti particolari, a oltre novant’anni lavora ancora nei campi tutto il giorno!
Il fatto e’ che loro devono fronteggiare i problemi, mentre noi contadini fatichiamo, mangiamo, dormiamo, non pensiamo e viviamo piu’ a lungo. (89)

Era passata la mezzanotte, e i contadini, che annaffiavano l’aglio a un chiaro di luna che si faceva sempre piu’ luminoso, si erano trasformati in spettri. (288)

Gao Ma corre veloce verso il sole, i forti raggi gli feriscono gli occhi. L’aria fresca della liberta’ percorre come un’onda la distesa di neve. (345)


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Tuesday, March 15, 2016

Review: Charlotte

Charlotte Charlotte by David Foenkinos
My rating: 4 of 5 stars

La nostra religione, la nostra morale e la nostra filosofia sono forme di decadenza dell’uomo.
Il contro movimento: l’arte
Nietzsche

Spesso si ha l’impressione che Foenkinos non riesca ad afferrare cio’ che vuole mettere in parole.
E’ chiaro, non tutto e’ afferrabile.

Raccontato con piccole frasi:
‘Non vedevo l’ora di andare a capo per respirare.’ (pag. 64)
Forse pennellate su una tela?

Chi non riesce a dare un senso alla propria esistenza, deve sforzarsi di allontanare la disperazione causata dal proprio destino.
Kafka (pag. 5)

Puo’ dire di sentirsi un’artista?
Artista.
Charlotte ripete quella parola.
Senza essere in grado di definirla.
Ma che importa?
Non sempre le parole hanno bisogno di una spiegazione.
Lasciamo che si fermino al limitare di una sensazione.
Che vaghino senza logica in uno spazio indistinto.
E’ proprio questo il privilegio degli artisti: vivere nel caos.
(pag. 82-3)

Bisogna arrivare ai limiti della sopportazione?
Per iniziare a considerare l’arte come unica possibilita’ di vita?
(pag. 158)


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Friday, March 11, 2016

Review: L'erba delle notti

L'erba delle notti L'erba delle notti by Patrick Modiano
My rating: 4 of 5 stars

Lettera di Charles Baudelaire a Jeanne Duval

Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria.
Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli! La mia anima viaggia sul profumo come l'anima degli altri viaggia sulla musica.
I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno.
Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell'azzurro tropicale; sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco.
Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere. Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.

Charles Baudelaire

Una domenica di ottobre, nel tardo pomeriggio, i miei passi mi avevano portato in quella zona che in un altro giorno della settimana avrei evitato. No, non si trattava affatto di un pellegrinaggio. Ma se sei da solo, soprattutto nel tardo pomeriggio, le domeniche aprono una breccia nel tempo. (pag. 5)

… esistono sentinelle che presidiano i crocevia della nostra esistenza - (pag. 27)

In questo libro non c’e’ confusione,
ma solo i nostri pensieri che vivono e respirano
senza i blocchi ostinati del tempo che scorre.

Ricordare i ricordi, staccarli dal tempo
pietroso e scegliere, col vento, quelli
che preferiamo tra loro.

Davvero non c’e’ ne’ passato ne’ presente. (pag. 40)

Ma e’ molto piu’ complicato di cosi’... In fondo non esiste il doppio gioco…
Di certo aveva ragione, visto che me lo confidava con una tale gravita’... Stranamente questa frase mi e’ rimasta impressa nella memoria. Nel corso degli anni successivi, quando ero da solo per strada, preferibilmente di notte e in certi quartieri a ovest … sentivo la voce lontana di Aghamouri che mi diceva: “In fondo non esiste il doppio gioco”. (pag. 71)

Alle volte parole o frasi ci percuotono nel tempo:
la memoria (grande traditrice dell’uomo!)

Compativo quelli che dovevano segnarsi sull’agenda molti appuntamenti, alcuni addirittura con due mesi d’anticipo. Per loro tutto era fissato, e non avrebbero atteso mai nessuno. Non avrebbero mai saputo che il tempo palpita, si dilata, poi si placa, e a poco poco trasmette una sensazione di vacanza e di infinito che altri cercano nella droga, ma che io trovavo semplicemente nell’attesa. (pag. 80)

Questa sera ho sfogliato il fascicolo di Langlais e di nuovo mi sono imbattuto in una delle veline su cui figurano dettagli molto precisi che ricopio qui di seguito: “La vittima e’ stata colpita da due proiettili. …” … Ci tornero’ sopra in seguito, un giorno che ci sara’ bel tempo, e il sole e l’azzurro del cielo dissiperanno le ombre. (pag. 91)


Ancora, alle volte si puo’ rimandare
‘l’accoglimento’ della verita’. E quale e’?

Sento ancora la sua voce che mi dice: “Non stare a pensarci troppo, Jean…” (pag. 135)

L’erba sognata di notte ci riporta alla vita
(simbologia dei sogni) senza le pretese
razionali dell’intelletto.




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Wednesday, March 9, 2016

Review: I racconti di guerra

I racconti di guerra I racconti di guerra by Mario Rigoni Stern
My rating: 5 of 5 stars

Rigoni Stern è, di suo, in possesso di un’altra cultura non libresca ma che trae sapienza dall’ambiente naturale che lo circonda. Non c’è pianta, non c’è foglia, non c’è fiore, non c’è insetto, non c’è animale, non c’è sasso dell’Altipiano di cui non sappia raccontarci, con la vivacità e la suspense di una favola, vita morte miracoli. (Introduzione di Folco Portinari, XVI)

Era una mattina come questa, molto fredda, e con la brina che ogni giorno ingrossa i rami dei larici e degli abeti così da farli apparire come dei fantastici alberi di Natale. (35)

Alle sei di quella mattina le nostre striminzite colonne si misero in cammino contro la Grecia. Pioveva a dirotto, gli scarponi sprofondavano nel fango, gli automezzi e i muli proseguivano con grande fatica. E questo mentre a Firenze Mussolini e Ciano a colloquio con Hitler attendevano notizie di esaltante avanzata. (163)

Quando venne sera accendemmo i lumi a nafta e il treno penetrò nella notte del Nord passando foreste d’abeti curvati dalla neve per lande battute dal libero vento, sfiorando villaggi addormentati, portanto nel suo ventre uomini giovani e stranieri che andavano alla guerra. (228)

Il sole rinchiuso nel Picolit aveva sciolto ogni inverno; così, invece di ricordare le canzoni della naia gli recitai alcuni versi di Giacomo Noventa: “Un fià de vin bevùo tra amici, / Un fià de vin, / E ancora un fià de vin, amici, / No’ xè miga massa”. (237)

Ancora un passo. Non fatemi inciampare nei corpi di pietra dei compagni: fatemi arrivare in un luogo senza più guerre. (300)

… e in quel momento mi accorsi che le betulle nel bosco lì davanti al mio sguardo aprivano i rami primaverili a un tenerissimo verde senza l’ordine di nessuno. (472)

Il Lager avrebbe dovuto restare dietro le spalle, lontano; in una landa della Polonia. …
Camminavo da centinaia di chilometri e attorno restavano sempre queste cose: mi attorniavano come un abito. Reali, non di impressioni o di aria, e non riuscivo a liberarmene. …
La neve di queste ultime montagne, che avrebbero dovuto essere le mie, era ancora neve di steppa. (542)





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Saturday, March 5, 2016

Review: Watchmen

Watchmen Watchmen by Alan Moore
My rating: 4 of 5 stars

I supereroi sono fra noi!
(Cui prodest?)

Le strade sono lunghi rigagnoli
E i rigagnoli sono pieni di san-
gue e quando alla fine le fogne
si ricopriranno di croste, tutti
i parassiti della societa’
Affogheranno. (9)

A mezzanotte,
tutti gli agenti e
la combriccola
dei superumani
escono e arrestano
chiunque ne sappia
piu’ di loro.
Bob Dylan (34)

E sono sveglio
Mentre l’alba
s’avvicina, anche
se il cuore mi fa
male. Dovrei fare
un brindisi agli
amici assenti
invece che a
questi comici.
Elvis Costello (70)

Forse il giudice di tutta la terra non pratichera’ la giustizia?
Genesi 18,25
(104)

Vado a guardare
le stelle.
Sono cosi’
distanti e la lo-
ro luce impiega
cosi’ tanto
tempo prima di
raggiungerci… (111)

Chi crea il mondo?
Forse il mondo non viene
creato, forse niente lo e’.
Semplicemente e’, e’ stato,
Sara’... (137-8)

La conquista
dell’energia atomica
Ha cambiato tutto
tranne il nostro
modo di pensare…
La soluzione a
questo problema
risiede nel cuore
dell’umanita’.
Se solo lo avessi
saputo, avrei fatto
l’orologiaio.
Albert Einstein
(138)

Tigre, tigre, divampante fulgore
nelle foreste della notte,
quale fu l’immortale mano
o l’occhio ch’ebbe la forza
di formare la tua agghiacciante simmetria?
William Blake
(172)

Guardato il cielo attraverso
Il fumo gravido di grasso umano
E dio non c’era, il buio freddo
E soffocante si estende per
Ogni dove e siamo soli.
Viviamo le nostre vite,
perche’ ci manca di meglio,
il motivo si fabbrica dopo.
nasciamo dall’oblio,
alleviamo dei figli come
noi legati all’inferno, e
poi torniamo nell’oblio.
Non c’e’ altro.
L’esistenza
e’ casuale. Non
ha schema tranne
quello che imma-
giniamo noi dopo
averla fissata
troppo a lungo.
Nessun
senso tranne
quello che
noi scegliamo
di imporle.
Questo mondo senza
direzione non e’ stato
forgiato da vaghe forze
metafisiche.
(204)

Non combattere
contro i mostri
o diventerai
tu stesso
un mostro.

E se guardi a lungo
nell’abisso, anche
l’abisso guardera’
dentro di te.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
(206)

Non c’e’
futuro, non
c’e’ passato.
Capisci?

Il tempo e’ simultaneo,
un gioiello della strut-
tura intricata che gli
umani insistono a perce-
pire una faccia alla
volta, quando la forma
complessiva e’ visibile
in ogni lato. (286)




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