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Saturday, August 29, 2015

Review: La lega degli uomini spaventati

La lega degli uomini spaventati La lega degli uomini spaventati by Rex Stout
My rating: 3 of 5 stars

Archie - disse Wolfe all’improvviso. - Ad attendere quanto basta, si finirebbe col sapere tutto quello che c’e’ da sapere, a questo mondo. (11)



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Friday, August 21, 2015

Review: The Lovecraft Anthology: Volume 2

The Lovecraft Anthology: Volume 2 The Lovecraft Anthology: Volume 2 by H.P. Lovecraft
My rating: 4 of 5 stars

Maledetto il terreno dove morti pensieri
vivono in corpi estranei…
… e maledetta e’ la mente
che non e’ racchiusa in testa alcuna. (copertina)

Il modello di Pickman

E’ qui che
vengo a catturare
il notturno spirito
d’antico orrore e a
dipingere cose che
altrove non potrei
neppure con-
cepire. (da qualche parte)

Dall’altrove

Che cosa sappiamo del
mondo e dell’universo
che ci circonda?
E’ assurdo quanto siamo
scarsamente dotati di
canali sensoriali e degli
oggetti che ci circondano
abbiamo una percezione
assai limitata.

Ho visto oltre
i confini dell’infinito
e ho evocato demoni
dalle stelle.

Vorrei poter ignorare quel che so dell’aria che ci circonda e del cielo che ci sovrasta. (da qualche parte)

La citta’ senza nome

Non ero del tutto in me e
nelle tenebre la mia mente
lampeggiava di frammenti
dell’amato bagaglio di
sapienza demoniaca. (da qualche parte)

La ricorrenza

Efficiunt Daemones, ut quae non sunt, sic tamen quasi sint, conspicienda hominibus exhibeant. Lattanzio.
Cosi’ operano i demoni, che cio’ che non e’ appaia agli uomini come se fosse.

Ancora oggi, ci sono frasi che
la mia mente non tollera, di
registrare. Versi che riempiono
i miei sogni di terrore. (da qualche parte)


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Thursday, August 20, 2015

Review: Cinque settimane in pallone

Cinque settimane in pallone Cinque settimane in pallone by Jules Verne
My rating: 4 of 5 stars

Ferguson, pero’, si teneva sempre lontano da quelle dotte assemblee, poiche’ apparteneva alla categoria dei militanti e non di chi teorizza, e pensava che il tempo fosse meglio speso nel cercare che non nel discutere, nello scoprire che non nel discorrere. (14)

Altro che ferrovie, con le quali i Paesi si attraversano senza vederli! - ribatteva Kennedy.
Ah, se mi parlate di un pallone, si’, - riprendeva Joe. - Non sembra neanche di camminare, e la natura si prende da se’ il disturbo di passarvi dinanzi agli occhi. (52)

E chissa’, - ribatte’ il dottore - se un giorno o l’altro questa regione non diventera’ il centro della civilta’? Forse, quando le regioni d’Europa non potranno piu’ nutrire i loro abitanti, i popoli del futuro vi emigreranno,
Lo credi? - disse Kennedy. (72)
(Previsione errata…)

Io ho sempre immaginato che l’ultimo giorno del mondo sara’ quello in cui qualche immensa caldaia, scaldata a tre miliardi di atmosfere, fara’ saltare in aria il nostro globo! (73)
(Previsione... )

Siamo ancora lontani dalla costa? - domando’ Joe.
Quale costa, figliolo? Sappiamo forse dove ci condurra’ il caso? (168)

Verso le otto di sera, il Vittoria aveva percorso piu’ di duecento miglia a ovest, e i viaggiatori furono allora testimoni di un magnifico spettacolo.
Un fascio di raggi lunari, insinuandosi fra alcuni intestizi delle nuvole, e scivolando fra i rivoli d’acqua, cadde sulla catena dei monti Hombori. Nulla di piu’ bizzarro di quelle creste d’apparenza basaltica: si profilavano in forme fantastiche sul cielo cupo; si sarebbero dette leggendarie rovine di un’immensa citta’ del Medioevo, tali come appaiono, nelle notti buie, le banchise dei mari glaciali agli occhi stupiti di chi li guarda.
Ecco una localita’ dei Misteri di Udolfo, - disse il dottore; - Ann Radcliffe non avrebbe potuto descrivere queste montagne sotto piu’ terribile aspetto. (172-3)





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Monday, August 17, 2015

Review: L'artefice

L'artefice L'artefice by Jorge Luis Borges
My rating: 5 of 5 stars

L’ARTEFICE (****)

I rumori della piazza restano indietro, entro nella Biblioteca. In modo quasi fisico sento la gravitazione dei libri, l’ambito sereno d’un ordine, il tempo disseccato e conservato magicamente. (13)

Una delle mie insistenti preghiere a Dio e al mio angelo custode era quello di non sognare specchi. So che li sorvegliavo con inquietudine. Temetti, a volte, che cominciassero a divergere dalla realtà; altre, di vedere sfigurato in essi il mio volto da strane avversità. (21)

Il giorno, fedele a vaste leggi segrete, va movendo e confondendo le ombre nel povero recinto… (39)

Lento nella mia notte, la penombra
vana tento con la canna indecisa,
io che mi figuravo il Paradiso
sotto la specie d’una biblioteca. (60)

Dio ha creato le notti che si colmano
di sogni e le figure dello specchio
affinché, l’uomo senta che è riflesso
e vanità. Per questo ci spaventano. (68)

Ariosto m’insegnò che nell’incerta
luna albergano i sogni, l’imprendibile,
il tempo che si perde, l’impossibile
o il possibile, ch’é la stessa cosa. (74)

Guardare il fiume ch’é di tempo e acqua
e ricordare che anche il tempo è un fiume,
saper che ci perdiamo come il fiume
e che passano i volti come l’acqua. (102)

Limiti
Tra i libri della mia biblioteca (ecco, li guardo)
ce n’é qualcuno che non aprirò più. (106)

Epilogo
Un uomo si propone il compito di disegnare il mondo. Trascorrendo gli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di navi, d’isole, di pesci, di dimore, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto. (110)




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Review: Altre inquisizioni

Altre inquisizioni Altre inquisizioni by Jorge Luis Borges
My rating: 5 of 5 stars

ALTRE INQUISIZIONI (****)

La musica, gli stati di felicità, la mitologia, i volti scolpiti dal tempo, certi crepuscoli e certi luoghi, vogliono dirci qualcosa, o qualcosa dissero che non avremmo dovuto perdere, o stanno per dire qualcosa; quest’imminenza di una rilevazione, che non si produce, è, forse, il fatto estetico. (14)

Forse la storia universale è la storia della diversa intonazione di alcune metafore. (18)

Perché ci inquieta il fatto che la mappa sia compresa nella mappa e le mille e una notte nel libro delle Mille e una notte? Perché ci inquieta che don Chisciotte sia lettore del Don Chisciotte, e Amleto spettatore dell’Amleto? Credo di aver trovato la causa: tali inversioni suggeriscono che se i personaggi di una finzione possono essere lettori e spettatori, noi, loro lettori e spettatori, possiamo essere fittizi. Nel 1833, Carlyle osservò che la storia universale è un infinito libro sacro che tutti gli uomini scrivono e leggono e cercano di capire, e nel quale sono scritti anch’essi. (59)

Queste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un’enciclopedia cinese che si intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in a) appartenenti all’Imperatore, b) imbalsamati, c) ammaestrati, d) lattonzoli, e) sirene, f) favolosi, g) cani randagi, h) inclusi in questa classificazione, i) che si agitano come pazzi, j) innumerevoli, k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, l) eccetera, m) che hanno appena rotto il vaso, n) che da lontano sembrano mosche. (112-3)

Un libro, qualunque libro, è per noi un oggetto sacro; già Cervantes, che forse non ascoltava tutto quel che diceva la gente, leggeva perfino “le carte strappate nelle strade”. (119)


Che cos’é un’intelligenza infinita?, domanderà forse il lettore. Non c’é teologo che non la definisca; io preferisco un esempio. I passi che muove un uomo, dal giorno della sua nascita a quello della sua morte, disegnano nel tempo un’inconcepibile figura. L’Intelligenza Divina intuisce tale figura immediatamente, come quella degli uomini un triangolo. Quella figura (forse) ha la sua determinata funzione nell’economia dell’universo. (132)

Buber (Was ist der Mensch?, 1938) scrive che vivere è penetrare in una strana abitazione dello spirito, il cui pavimento è la scacchiera sulla quale giochiamo un gioco inevitabile e sconosciuto contro un avversario mutevole e a volte spaventoso. (173)

Anticipo fin d’ora questa conclusione: la vita è troppo misera per non essere anche immortale. Ma non abbiamo neppure la certezza della nostra miseria, giacché il tempo, facilmente confutabile sul piano sensitivo, non lo è altrettanto su quello intellettuale, dalla cui essenza pare inseparabile il concetto di successione. (191)

Il tempo è la sostanza di cui sono fatto. Il tempo è un fiume che mi trascina, ma io sono il fiume; è una tigre che mi sbrana, ma io sono la tigre; è un fuoco che mi divora, ma io sono il fuoco. Il mondo, disgraziatamente, è reale; io, disgraziatamente, sono Borges. (198)


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Review: L'Aleph

L'Aleph L'Aleph by Jorge Luis Borges
My rating: 5 of 5 stars

L’ALEPH (****)

Forse questi racconti derivano dai limpidi sogni di Lovecraft.

Salomon saith: There is no new thing upon
the earth. So that as Plato had an imagination,
that all knowledge was but remembrance; so
Salomon giveth his sentence, that all novelty is
but oblivion.
Francis Bacon, Essays, LVIII (11)

Nessuno e’ qualcuno, un solo uomo immortale e’ tutti gli uomini. Come Cornelio Agrippa, sono dio, sono eroe, sono filosofo, sono demonio e sono mondo, il che e’ un modo complicato di dire che non sono. (22)

I’m looking for the face I had before the world was made.
Yeats, The winding stair. (47)

Nella Somma Teologica si nega che Dio possa far si’ che il passato non sia stato, ma non si dice nulla dell’intricata concatenazione di cause ed effetti, che e’ tanto vasta e segreta che forse non si potrebbe annullare un solo fatto remoto, per insignificante che sia stato, senza infirmare il presente. (66)

Nel primo volume dei Parerga und Paralipomena rilessi che tutti i fatti che possono accadere a un uomo, dall’istante della sua nascita a quello della sua morte, sono stati preordinati da lui. Cosi’, ogni negligenza e’deliberata, ogni incontro casuale un appuntamento, ogni umiliazione una penitenza, ogni insuccesso una misteriosa vittoria, ogni morte un suicidio. Non c’e’ consolazione piu’ abile del pensiero che abbiamo scelto le nostre disgrazie; una tale teleologia individuale ci rivela un ordine segreto e prodigiosamente ci confonde con la divinita’. (70-1)

Pensai: Sono contento della sconfitta perche’ e’ accaduta, perche’ e’ innumerevolmente unita a tutti i fatti che sono, che furono, che saranno, perche’ censurare o deplorare un solo fatto reale e’ bestemmiare l’universo. (73)

Disse Tennyson che se potessimo comprendere un solo fiore sapremmo chi siamo e cos’e’ il mondo. (92)

Nell’ambito della terra esistono forme antiche, forme incorruttibili ed eterne; una qualunque di esse poteva essere il simbolo che cercavo. Una montagna poteva essere la parola del dio, o un fiume o l’impero o la configurazione degli astri. Ma nel corso dei secoli le montagne si livellano e il percorso di un fiume suole mutare e gli imperi conoscono cambiamenti e distruzioni e la figura degli astri varia. nel firmamento avvengono mutamenti. La montagna e la stella sono individui e gli individui sono caduchi. cercai qualcosa di piu’ tenace, di piu’ invulnerabile. Pensai alle generazioni dei cereali, dei pascoli, degli uccelli, degli uomini. Forse nel mio volto era scritta la magia, forse io stesso ero il fine della mia ricerca. (95-6)

Non ti sei destato alla veglia ma a un sogno precedente. Questo sogno e’ dentro un altro, e cosi’ all’infinito, che e’ il numero dei granelli di sabbia. La strada che dovrai percorrere all’indietro e’ interminabile e morrai prima di esserti veramente destato. (97)

Spiego’ che un Aleph e’ uno dei punti dello spazio che contengono tutti i punti.

“L’Aleph?” ripetei.
“Si’, il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli. Non rivelai a nessuno la mia scoperta ma vi tornai ancora. … (131)

… vidi contemporaneamente ogni lettera di ogni pagina (bambino, solevo meravigliarmi del fatto che le lettere di un volume chiuso non si mescolassero e perdessero durante la notte)... (134)

… due altri grandi temi della narrativa borgesiana: quello del cosmo come caos, affidato alla visionaria architettura della Citta’ degli Immortali, e quello della inconoscibilita’ del reale, affidato al simbolo del labirinto. (160)


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Review: Tutte le opere, Vol. 1

Tutte le opere, Vol. 1 Tutte le opere, Vol. 1 by Jorge Luis Borges
My rating: 5 of 5 stars

Borges: dall’impronta di un dinosauro al volo di una libellula tra i fogli svolazzanti di un libro. La luce dei suoi occhi ci apre alle lontane congetture dei sogni che sognano.

Il tempo, trasformandosi in parole, rallenta il suo perenno corso.




Introduzione

"Freud" disse (Borges) in una delle conversazioni con Richard Burgin "non mi e' mai piaciuto. Ma sono sempre stato un appassionato lettore di Jung. Leggo Jung nello stesso modo in cui potrei leggere, diciamo Plinio o Il ramo d'oro di Frazer, lo leggo come una specie di mitologia, come una specie di museo o enciclopedia di strane leggende". (XLIX)

"Ho letto molto di teologia protestante, di buddismo e di Spinoza. Ma non sono religioso, ne' buddista, ne'spinoziano. Ho utilizzato Berkeley e Schopenhauer per le loro possibilita' letterarie, non perche' credessi alle loro dottrine. I miei racconti non sono favole per convincere qualcuno". (LXXXV)

"Comincia qui la mia disperazione di scrittore. Ogni linguaggio e' un alfabeto di simboli il cui uso presuppone un passato che gli interlocutori condividono; come trasmettere agli altri l'infinito Aleph, che la mia timorosa memoria a stento abbraccia?". (XC)

FERVORE DI BUENOS AIRES

Fine d'anno (39)

Ne' la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
ne' quella metafore inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
ne' il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l'altopiano di questa notte
e ci obbligano ad attendere
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
e' il sospetto generael e confuso
dell'enigma del Tempo;
e' lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito,
perduti qualcosa in noi:
immobile.


Alba (55)

Nella profonda notte universale
che appena contraddicono i fanali
una raffica perduta
ha offeso le strade taciturne
come presentimento tremulo
dell'alba orribile che fa la ronda
ai sobborghi smantellati del mondo.
Curioso dell'ombra
e impaurito dalla minaccia dell'alba
rivissi la tremenda congettura
di Schopenhauer e di Berkeley
che dichiara che il mondo
e' una attivit' della mente,
un sogno delle anime,
senza base ne' proposito ne' volume.
E gia' che le idee
non sono eterne come il marmo
ma immortali come un bosco o un fiume,
la dottrina citata
assunse un'altra forma nell'alba
e la superstizione di quell'ora
quando la luce come un rampicante
va a implicare le pareti dell'ombra,
piego' la mia ragione
e traccio' il capriccio seguente:
Se sono prive di sostanza le cose
e se questa numerosa Buenos Aires
non e' altro che un sogno
che ergono in condivisa magia le anime,
c'e' un istante
in cui pericola tumultuosamente il suo essere
ed e' l'istante rabbrividito dell'alba,
quando sono pochi coloro che sognano il mondo
e soltanto alcuni nottambuli conservano,
cenerina e appena abbozzata,
l'immagine delle strade
che completeranno poi con gli altri.
Ora in cui il sogno pertinace della vita
corre pericolo di rottura,
ora in cui sarebbe facile a Dio
uccidere del tutto la Sua opera!

Ma di nuovo il mondo si e' salvato.
La luce deambula inventando sporchi colori
e con qualche rimorso
della mia complicita' nel risorgere del giorno
sollecito la mia casa,
attonita e glaciale nella luce bianca,
mentre un uccello trattiene il silenzio
e la notte consumata
e' rimasta negli occhi dei ciechi.


Versi che potei aver scritto e perduto verso il 1922 (87)

Silenziose battaglie del tramonto
in sobborghi ultimi,
sempre antiche sconfitte di una guerra nel cielo,
albe ruinose che ci vengono
dal profondo deserto dello spazio
come dal profondo del tempo,
neri giardini della pioggia, una sfinge di un libro
che avevo paura di aprire
e la cui immagine torna nei sogni,
la corruzione e l'eco che saremo,
la luna sopra il marmo,
alberi che si alzano e durano
come divinita' tranquille,
la mutua notte e la sperata sera,
Walt Whitman, il cui nome e' l'universo,
la spada valorosa di un re
nel silenzioso letto di un fiume,
i sassoni, gli arabi e gli spagnoli
che, senza saperlo, mi generarono,
sono io tali cose e le altre
o sono chiavi segrete e ardue algebre
di cio' che non sapremo mai?


LUNA DI FRONTE

Quasi giudizio finale (125)

Il mio girovago far niente vive e si scatena nella varieta' della notte.
La notte e' una festa lunga e sola.
Nel mio segreto cuore io mi giustifico ed esalto:
Ho testimoniato il mondo; ho confessato la rarita' del mondo.
Ho cantato l'eterno: la chiara luna ritornante e le guance che invogliano l'amore.
Ho commemorato con versi la citta' che mi cinge e i sobborghi che si straziano.
Ho detto stupore dove altri dicono soltanto abitudine.
Davanti alla canzone dei deboli, accesi la mia voce di tramonti.
Gli antenati del mio sangue e gli antenati dei miei sogni ho esaltato e cantato.
Sono stato e sono.
Ho legato con salde parole il mio sentimento che pote' esssersi dissipato in tenerezza.
Il ricordo di una antica vilta' ritorna al mio cuore.
Stanno ancora accanto a me, comunque, le strade e la luna.
L'acqua continua ad essere dolce nella mia bocca e le strofe non mi negano la loro grazia.
Sento lo sgomento della bellezza: chi osera' condannarmi se questa grande luna della mia solitudine mi perdona?


QUADERNO SAN MARTIN

...


EVARISTO CARRIEGO (***)

Il termine las orillas si adatta con straordinaria precisione a quei confini desolati dove la terra fa suo l’aspetto indefinito del mare e pare degna di commentare l’immagine che ci propone Shakespeare: “la terra ha il suo gorgogliare, come l’hanno le acque”. (195)

Ieri sera, finita ormai la cena
e mentre assaporavo il caffé amaro,
mi posi a meditare lungamente:
lo spirito sereno come mai.

Ben lo so che la coppa non è piena
di quel che c’è di meglio, e tuttavia,
per pigrizia, può darsi, non so fare
rimprovero al destino, che non è stato buono…

Ma quasi in virtù di una rara qualità
non mostro alla vita un volto amaro
neppure nelle ore più penose,

nessuno mai avrà il diritto
di esigere da me una smorfia. Tante cose
si possono occultare in fondo al petto! (238)

E’ dal contadino che deriva la parola cultura; dalle città la parola civilizzazione, ma il cavaliere è un impeto che si perde. (258)

DISCUSSIONE (****)

Poscritto. In questa pagina di semplice notizia posso anche comunicare quella di un sogno. Sognai che uscivo da un altro sogno - popolato di cataclismi e di tumulti - e che mi svegliavo in una stanza irriconoscibile. Albeggiava: una immobile luce globale definiva l’estremità del letto di ferro, la sedia esatta, la porta e la finestra chiuse, il tavolo nudo. Pensai con paura “dove sono?” e non potei riconoscermi. La paura crebbe in me. Pensai: questa veglia sconsolata è già l’Inferno, questa veglia senza destino sarà la mia eternità. Allora mi svegliai per davvero: tremando. (370-1)

Io ho compilato una volta un’antologia della letteratura fantastica. Ammetto che quell’opera è fra le pochissime che un secondo Noè dovrebbe salvare da un secondo diluvio, ma denuncio la colpevole omissione degli insospettati e massimi maestri di quel genere. Parmenide, Spinoza, Leibniz, Kant, Francis Bradley. Infatti che cosa sono i prodigi di Wells o di Edgar Allan Poe - un fiore che ci arriva dal futuro, un morto sottoposto all’ipnosi - in confronto all’invenzione di Dio, alla teoria laboriosa di un essere che in qualche modo è tre e che solitariamente perdura fuori del tempo? Che cos’è la pietra bezoar di fronte all’armonia prestabilita, chi è l’unicorno di fronte alla Trinità, chi è Lucio Apuleio di fronte ai moltiplicatori di Buddha del Grande Veicolo, che sono tutte le notti di Sherazade accanto a un argomento di Berkeley? Ho venerato la graduale invenzione di Dio; anche l’Inferno e il Cielo (una remunerazione immortale, un castigo immortale) sono ammirevoli e curiose concezioni dell’immaginazione degli uomini. (429-30)

STORIA UNIVERSALE DELL’INFAMIA (***)

Il suo amico Garrett, lo sceriffo che poi lo avrebbe ucciso, gli disse un giorno: “Mi sono esercitato molto nella mira uccidendo bufali”. “Io ancor di più uccidendo uomini” rispose Billy the Kid, soavemente. (479-80)

STORIA DELL’ETERNITA’ (****)

Come mai non ho intuito che l’eternità, anelata con amore da tanti poeti, è uno splendido artificio che ci libera, seppure fugacemente, dall’intollerabile oppressione del successivo? (521)

L’universo richiede l’eternità. I teologi non ignorano che se l’attenzione del Signore si distraesse un solo secondo da questa mia mano destra che scrive, essa ricadrebbe nel nulla, come fulminata da un fuoco senza luce. Perciò affermano che la conservazione di questo mondo è una perpetua creazione e che i verbi conservare e creare, così nemici qui, sono sinonimi nel Cielo. (538)

Traggo anticipatamente questa conclusione: la vita è troppo povera per non essere anche immortale. Ma non abbiamo nemmeno la sicurezza della nostra povertà, poichè il tempo, facilmente confutabile nell’ambito dei sensi, non è tuttavia confutabile in quello intellettuale, dalla cui essenza sembra inseparabile il concetto di successione. (543-4)

le kenningar

l’aria
casa degli uccelli
casa dei venti


le aringhe
frecce del mare


la balena
maiale delle onde

la panca
albero da sedere

la barba
bosco della mascella

la battaglia
assemblea di spade
tempesta di spade
incontro delle sorgenti
volo di lance
canzone di lance
festa di aquile
pioggia degli scudi rossi
festa dei vichinghi

il braccio
forze dell’arco
gamba della scapola

l’avvoltoio
cigno insanguinato
gallo dei morti

il cavallo
agitatore del freno

la testa
sostegno dell’elmo
macigno delle spalle
castello del corpo

la birra
onda del corno
marea della coppa

il cielo
elmo dell’aria
terra delle stelle del cielo
cammino della luna
tazza dei venti

il cuore
mela del petto
dura ghianda del pensiero

il corvo
gabbiano dell’odio
gabbiano delle ferite
cavallo della strega
cugino del corvo

i denti
rupi delle parole


lo scudo
terra della spada
luna della nave
luna dei pirati
tetto della battaglia
nuvolone della battaglia

la spada
ghiaccio della lite
verga dell’ira
fuoco di elmi
drago della spada
roditore di elmi
spina della battaglia
pesce della battaglia
remo del sangue
lupo delle ferite
ramo delle ferite

le frecce
grandine delle corde degli archi
oche della battaglia

il fuoco
sole delle case
rovina degli alberi
lupo dei templi

il guerriero
delizia dei corvi
arrossatore del becco del corvo
rallegratore dell’aquila
albero dell’elmo
albero della spada
tintore di spade

l’ascia
orchessa dell’elmo
caro nutritore dei lupi

la fuliggine
nera rugiada del focolare

la forca
albero dei lupi
cavallo di legno

le lacrime
rugiada della pena

la lancia
drago dei cadaveri
serpente dello scudo

la lingua
spada della bocca
remo della bocca

la mano
sedia del nibbio
paese degli anelli d’oro

il mare
tetto della balena
terra del cigno
cammino delle vele
campo del vichingo
prato del gabbiano
catena delle isole

il morto
albero dei corvi
avena delle aquile
frumento dei lupi

la nave
lupo delle maree
cavallo del pirata
renna del re del mare
pattino del vichingo
cavallo dell’onda
carro che ara il mare
falco della spiaggia


gli occhi
pietre del viso
lune della fronte

l’oro
fuoco del mare
letto del serpente
bagliore della mano
bronzo delle discordie

la pace
riposo delle lance

il petto
casa dell’alito
nave del cuore
base dell’anima
sede delle risate

l’argento
neve della borsa
ghiaccio dei crogiuoli
rugiada della bilancia

il re
signore degli anelli
distributore di tesori
distributore di spade

il fiume
sangue delle rupi
terra delle reti

il sangue
ruscello dei lupi
marea della strage
rugiada del morto
sudore della guerra
birra dei corvi
acqua della spada
onda della spada

il sole
sorella della luna
fuoco dell’aria

la terra
mare degli animali
pavimento delle tempeste
cavallo della nebbia

il toro
signore delle palizzate

l’estate
crescita degli uomini
animazione delle vipere

il vento
fratello del fuoco
danno dei boschi
lupo dei cordami
(550-5)

Nietzsche voleva uomini capaci di tollerare l’immortalità. … “Se ti immagini una lunga pace prima di rinascere, ti giuro che sbagli. Tra l’ultimo istante della coscienza e il primo risplendore di una vita nuova c’è ‘nessun tempo’ - l’intervallo dura quanto un fulmine, anche se non bastano a misurarlo bilioni di anni. Dove manca un io, l’infinito può equivalere alla successione”. (574)

Ripete Marco Aurelio: “Chi ha visto il presente ha visto tutte le cose: quelle che furono nell’insondabile passato, quelle che saranno nel futuro”. (583)

FINZIONI (*****)

Debbo la scoperta di Uqbar alla congiunzione di uno specchio e di una enciclopedia. (623)

Ogni stato mentale è irreducibile: il solo fatto di nominarlo - id est, di classificarlo - comporta una falsificazione. (631)

Oggi, una delle chiese di Tlon sostiene platonicamente che certe cose come un determinato dolore, una determinata sfumatura verdastra del giallo, una determinata temperatura, un determinato suono, costituiscono l’unica realtà. Tutti gli uomini, nel vertiginoso istante del coito, sono lo stesso uomo. Tutti gli uomini che ripetono un verso di Shakespeare sono William Shakespeare. (nota 633)

La storia, madre della verità; l’idea è meravigliosa. Menard, contemporaneo di William James, non vede nella storia l’indagine della realtà, ma la sua origine. La verità storica, per lui, non è ciò che avvenne, ma ciò che noi giudichiamo che avvenne. (657)

… l’impegno di modellare la materia incoerente e vertiginosa di cui si compongono i sogni è il più arduo che possa assumere un uomo, anche se penetri tutti gli enigmi dell’ordine superiore e dell’inferiore: molto più arduo che tessere una corda di sabbia o monetare il vento senza volto. (661)

Temette che suo figlio meditasse su questo strano privilegio e scoprisse in qualche modo la sua condizione di mero simulacro. Non essere un uomo, essere la proiezione del sogno di un altr’uomo: che umiliazione incomparabile, che vertigine! (664)

… nacque la proposta seguente: “Se la lotteria è una intensificazione del caso, una periodica infusione del caos nel cosmo, non converrebbe fare intervenire il caso in tutte le fasi del gioco, e non in una sola? Non è ridicolo che il caso detti la morte di qualcuno e che le circostanze di questa morte - pubblica o segreta, immediata o ritardata d’un secolo - non siano anch’esse soggette al caso?”. (670)

(So d’una regione barbarica i cui bibliotecari ri pudiano la superstizione e vana abitudine di cercare un senso nei libri, e la paragonano a quella di cercare un senso nei sogni o nelle linee caotiche della mano… (682)

Questi esempi permisero a un bibliotecario di genio di scoprire la legge fondamentale della Biblioteca. Questo pensatore osservò che tutti i libri, per diversi che fossero, constavano di elementi eguali: lo spazio, il punto, la virgola, le ventidue lettere dell’alfabeto. (683)

M’inganneranno, forse, la vecchiezza e il timore, ma sospetto che la specie umana - l’unica - stia per estinguersi, e che la Biblioteca perdurerà: illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta.
Aggiungo: infinita. (688)

Ts’ui Pen mori’; nessuno, nelle vaste terre che erano state sue, trovo’ il labirinto; fu la confusione del romanzo a suggerirmi che il labirinto fosse il romanzo stesso. (697)

A differenza di Newton e Schopenhauer, il suo antenato non credeva in un tempo uniforme, assoluto. Credeva in infinite serie di tempo, in una rete crescente e vertiginosa di tempi divergenti, convergenti e paralleli. Questa trama di tempi che s’accostano, si biforcano, si tagliano o s’ignorano per secoli, comprende tutte le possibilita’. Nella maggior parte di questi tempi noi non esistiamo;... (700-1)

Noi, in un’occhiata percepiamo: tre bicchieri su una tavola. Funes: tutti i tralci, i grappoli e gli acini di una pergola. Sapeva le forme delle nubi australi dell’alba del 30 aprile 1882, e poteva confrontarle, nel ricordo, con la copertina marmorizzata d’un libro che aveva visto una sola volta, o con le spume che sollevo’ un remo, nel Rio Negro, la vigilia della battaglia di Quebracho. … Poteva ricostruire tutti i sogni dei tuoi sonni, tutte le immagini dei tuoi dormiveglia. (712)

Allora vidi il volto di quella voce che aveva parlato tutta la notte. Ireneo aveva diciannove anni; era nato nel 1868; mi parve monumentale come il bronzo, ma antico come l’Egitto, anteriore alle profezie e alle piramidi. (715)

Verso l’alba, sogno’ d’essersi rifugiato in una delle navate della biblioteca del Clementinum. Un bibliotecario dagli occhiali neri gli domando’: “Che cerca?”. Hladik rispose: “Cerco Dio”. Il bibliotecario disse: “Dio e’ in una delle lettere d’una delle pagine d’uno dei quattrocentomila volumi del Clementinum. I miei padri e i padri dei miei padri hanno cercato questa lettera; io sono diventato cieco a cercarla”. (743)



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Friday, August 14, 2015

Review: La Montagna Magica

La Montagna Magica La Montagna Magica by Jirō Taniguchi
My rating: 3 of 5 stars

Tu puoi
proteggere
questa montagna
perche' hai un
cuore puro.

...

Se lo vuoi
veramente, puoi
parlare alla
natura stessa.

Agli
insetti
e agli
animali.

Agli
alberi e
alle piante. (55-6)

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Review: Peter Wimsey e il cadavere sconosciuto

Peter Wimsey e il cadavere sconosciuto Peter Wimsey e il cadavere sconosciuto by Dorothy L. Sayers
My rating: 3 of 5 stars

Bunter!
Sì, mylord.
Sua Grazia, mi dice che un rispettabile architetto di Battersea ha scoperto il cadavere di un uomo nel suo bagno.
Davvero, mylord? Molto gratificante. (10)

Effettivamente era quello che più o meno succedeva - confermò lord Peter. - Vedete, lady Swaffham, caso mai vi capitasse di commettere un assassinio, l’unica cosa di cui dovete preoccuparvi è quella di impedire con ogni mezzo possibile e immaginabile che, nel cervello di qualcuno, nasca una determinata associazione di idee. (137)

… anche se lord Peter aveva uno strano modo di parlare dei libri, come se l’autore si fosse confidato in anticipo e gli avesse raccontato come avesse messo insieme la trama e qual era la parte che aveva scritto per prima. (173)







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Friday, August 7, 2015

Review: Lovecraft - Antologia vol.1

Lovecraft - Antologia vol.1 Lovecraft - Antologia vol.1 by H.P. Lovecraft
My rating: 4 of 5 stars

L'ipnotica scrittura di Lovecraft sommerge le immagini e la forza dei sogni di Chtulhu riemergono nei tuoi sogni.


IL RICHIAMO DI CHTULHU
La cosa piu' misericordiosa al
mondo e' la capacita' della mente
umana di mettere in relazione
i suoi contenuti. Abitiamo una
placida isola d'ignoranza tra mari
neri d'infinito e non era previsto
che ce ne allontanassimo. (da qualche parte)

L'ORRORE DI DUNWICH
... qualcosa legato
ai neri abissi d'essenza
e d'esistenza che si
dilatano al di la'
della materia, dello
spazio e del tempo.

Gli Antichi furono, gli Antichi sono, gli Antichi
saranno. (da qualche parte)

DAGON
Ma la notte sogno il giorno in cui le terre sprofonderanno...
... quando quelle innominabili creature sorgeranno dai flutti e trasci-
neranno i resti dell'umanita' inconsistente, logorata dalle guerre,
nell'olezzo dei loro artigli. (da qualche parte)

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Review: Troiane - Eracle

Troiane - Eracle Troiane - Eracle by Euripides
My rating: 4 of 5 stars

TROIANE (***)

Le Troiane sono le antesignane portavoci di una filosofia di vita che potrebbe essere compendiata nel celebre motto: Fata volentem ducunt, nolentem trahunt ("Il destino accompagna chi lo accetta, trascina chi lo rifiuta"), ... (xii)

Posidone:
E' uno stolto l'uomo che distrugge citta':
se condanna alla desolazione templi e tombe, rifugio dei morti,
non scampa per molto alla sua stessa rovina. (13)

ERACLE (*****)

L'uomo nuovo che Euripide mette in scena e' portavoce di un altrettanto nuovo codice di comportamento: quello di chi non rifiuta il fardello della responsabilita' per gli atti che commette e supera la vergogna che da questi scaturisce non con il suicidio, ma con la sopportazione della vergogna stessa; protagonista diventa l'uomo consapevole della propria debolezza e della propria totale soggezione e passivita' rispetto alla sorte, che non rifiuta l'aiuto del prossimo, ma anzi scopre nella sua amicizia e nella sua solidarieta' l'unica fonte di conforto. (xxix)

Anfitrione
... la cosa piu' saggia,
in battaglia, e' uccidere i nemici
e salvare la vita, senza dipendere dalla sorte. (115)

Coro
Se gli dei avessero senno e sapienza
nei confronti degli uomini,
darebbero una doppia giovinezza
a chi rechi in se' il chiaro sigillo
della virtu', perche' dopo la morte,
torni di nuovo alla luce del sole
nella seconda corsa;
solamente una vita,
invece, meriterebbe chi e' vile. (147)




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Saturday, August 1, 2015

Review: Gli anni dolci vol. 2

Gli anni dolci vol. 2 Gli anni dolci vol. 2 by Jirō Taniguchi
My rating: 4 of 5 stars

Le andrebbe di rivedermi?
Ma certo... Sulle basi concordate...
E dove andremo la prossima volta?
A Disneyland?
Disneyland?
Si', prof, a Disneyland.
Ah! Disneyland... (158)

Ho viaggiato tanto...
... le mie vesti sono rovinate e il freddo le attraversa...
Il cielo e' chiaro...
... ma il mio cuore soffre. (Saihaku Irako) (183)

Perche' cio' che rende intensi i giorni sono i piccoli momenti di passione che vivono nello spazio di un tuono, di un abbraccio, di una gita in battello verso un'isola quieta e sconosciuta; e' l'amore di una donna ancora e per sempre bambina, cio' che rende gli anni dolci. (copertina)

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Review: I quattro giusti

I quattro giusti I quattro giusti by Edgar Wallace
My rating: 4 of 5 stars

Se c'è un oppressore che offende la legge divina e la morale degli uomini, e tuttavia riesce a sfuggire alla giustizia e a farla franca, noi siamo pronti a castigarlo. (dalla copertina)

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