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Sunday, January 31, 2016

Review: Solo con gli occhi

Solo con gli occhi Solo con gli occhi by Risa Wataya
My rating: 4 of 5 stars

Quando la globalizzazione funziona: adolescenti normotizzati (nel sito internet di treccani.it questa parola non c’e’, ma a me piace…significante: non ci sono piu’ distinzioni, ossia novita’) e’ cio’ che delude leggendo questo libretto, ma non necessariamente e’ una colpa dell’autrice che, con la sua scrittura lineare ed “ariosa”, ci accompagna allegramente nelle vicende di un otaku.

Ninagawa, parliamo di qualcos’altro, non sempre e solo di Oli-chan.
Eh? Tipo, di cosa?
Di… non so, di qualunque cosa!... Tipo i programmi che ti piacciono alla tele, quelle robe li’?
… hmm, ma negli ultimi tempi guardo solo il telegiornale del mattino, prima di andare a scuola. Cioe’... non c’e’ molto da dire.
Allora vuoi che parliamo dei telegiornali del mattino, di quale preferisci?
Eh? Non e’ che sia tanto interessante.
Allora lasciamo perdere. (89)




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Saturday, January 30, 2016

Review: Bruges-La-Morte

Bruges-La-Morte Bruges-La-Morte by Georges Rodenbach
My rating: 4 of 5 stars

Bisogna riuscire a diventare cio’ che si e’ gia’ (amor Dei intellectualis - Spinoza - o Nietzsche).

Take it easy, mensch! e’ il solito ‘desiderio mimetico’ che salta fuori quando si ha a che fare con le donne…

Anche la citta’, amata e bella un tempo, incarnava a quel modo i suoi rimpianti. Bruges era la sua morta. E la sua morta era Bruges. Tutto si fondeva in un destino uguale. Era Bruges la morta, anche lei sepolta nei canali orlati di pietra, come arterie raggelate, quando aveva cessato di battervi la grande pulsazione del mare. (16)

E’ come se la nebbia frequente, la luce velata dei cieli nordici, il granito delle mura, le piogge incessanti, il passo delle campane influiscano con la loro lega sul colore dell’aria, e nella citta’ antica anche la cenere morta del tempo, la polvere della clessidra che gli anni accumulano su ogni cosa, con un lavoro silenzioso. (41)

Ah! sempre quel grigio delle vie di Bruges! (60)




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Sunday, January 24, 2016

Review: La conquista di Plassans

La conquista di Plassans La conquista di Plassans by Émile Zola
My rating: 5 of 5 stars

Quando il silenzio conquista, ossia l’abate Faujas.

Marthe era desolata. Guardava, intorno a sé, la casa felice, immersa nell’addio del sole, il giardino, dove l’ombra diventava più scura; guardava i suoi figli, la sua felicità addormentata, raccolta, lì, in quello stretto angolo. (8)

L’abate Faujas, ogni volta che la tirava su questo argomento, avvertiva in lei (Marthe) una vaga amarezza. Era certamente felice, come assicurava; ma egli credeva di individuare antichi conflitti in quella natura nervosa, acquietata ora dall’avvicinarsi della quarantina. E s’immaginava il dramma: una moglie e un marito, simili all’aspetto, che tutti i conoscenti giudicavano fatti l’uno per l’altra, mentre invece dentro di loro, nel profondo del loro essere, il fermento dell’origine bastarda e l’irrequietezza del sangue misto e sempre ribelle esasperavano l’antagonismo di due temperamenti diversi. Poi, si spiegava le rinunce fatali di una vita ritmata, l’usura dei caratteri per le cure quotidiane del commercio, la torpida indolenza di quelle due nature nella fortuna conquistata in quindici anni e goduta modestamente, in fondo al quartiere deserto di una piccola città. Oggi, nonostante fossero tutti e due ancora giovani, sembrava che in loro non fosse rimasta che cenere. (88)

L’abate Faujas, nel mezzo di tanta gioia trionfante, rimaneva serio. Per lui, la vittoria era una pesante realta’. Il cicaleccio della signora Condamin lo stancava; la soddisfazione di quegli ambiziosi volgari lo riempiva di disprezzo. In piedi, appoggiato contro il caminetto, sembrava sognare, con gli occhi fissi lontano. Era il padrone, non aveva piu’ bisogno di mentire, di dominare i suoi istinti; poteva allungare la mano, prendere la citta’, farla tremare. Quell’alta figura nera riempiva il salotto. A poco a poco, le poltrone si erano avvicinate, formando un cerchio intorno a lui. Gli uomini si aspettavano che dicesse una parola di soddisfazione; le donne lo sollecitavano con lo sguardo, come schiave sottomesse. Ma egli, brutalmente, rompendo il cerchio, se ne ando’ via per primo, accomiatandosi con brevi parole. (306-7)

L’abate Faujas, impassibile, lasciava passare quel fiotto di parole ardenti.
Non c’e’ niente, non c’e’ niente! - continuo’ lei (Marthe) con trasporto; - allora mi avete ingannata… Mi avete promesso il cielo, di sotto, sulla terrazza, durante quelle serate piene di stelle. Io ho accettato. Mi sono venduta, mi sono abbandonata. Ero pazza, durante quelle prime lusinghe della preghiera… Oggi i conti non tornano piu’; desidero ritornare nel mio angolo, ritrovare la mia vita tranquilla. Mettero’ tutti alla porta, sistemero’ la casa, rammendero’ la biancheria al mio solito posto, sulla terrazza… Si’, mi piaceva rammendare la biancheria. Cucire non mi stancava… E voglio che Desiree stia accanto a me, sul suo panchetto; rideva, faceva le bambole, cara bambina innocente… (329)

E per come va a finire… Zola non e’ Dickens...



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Thursday, January 21, 2016

Review: Lo specchio del tempo

Lo specchio del tempo Lo specchio del tempo by Silvia Devitofrancesco
My rating: 3 of 5 stars

Alcune osservazioni:

Scrittura semplice e scorrevole e senza ricercatezze tanto per abbagliare il lettore.

Spesso alcuni eventi sembrano giustapposti alla narrazione e senza ‘contorno’ che li giustifichi.

I dialoghi sono da migliorare o da evitare del tutto.

Piu’ romance che romanzo storico.

C’e’ ancora molto da soffiare su queste braci.

Alcuni passaggi:

La vita e’ basata sulle scelte e io ho fatto la mia, scegliendo quel manoscritto.

E’ proprio a Herminia che dedico le ultime parole del mio intervento, definendola “Una grande donna, che tra l’altro, portava il mio stesso nome, che non ha mai temuto di porsi contro tutto e tutti pur di realizzare i suoi scopi” e tra me e me continuo: “Heminia, insegnami ad avere coraggio”.


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Friday, January 15, 2016

Review: Nebbia

Nebbia Nebbia by Various
My rating: 4 of 5 stars

Nacht und Nebel
niemand gleich!
Notte e nebbia
subito nessuno!
(392)

Come in tutte le antologie… c’e’ di tutto e di meno, ma complessivamente delle ottime scelte.

La mia esperienza con la nebbia: sperduto nella nebbia di Starnberg cercando la croce a memoria di Ludwig II.

Il piu’ divertente: La fermata sbagliata di Italo Calvino.

Nella nebbia si cammina piano, bisogna conoscere i tracciati per non perdersi, ma si arriva sempre e lo stesso da qualche parte. La nebbia e’ buona e ripaga fedelmente chi la conosce e la ama. Camminare nella nebbia e’ piu’ bello che camminare nella neve calpestandola con gli scarponi, perche’ la nebbia non ti conforta solo dal basso ma anche dall’alto, non la insudici, non la distruggi, ti scivola affettuosa d’intorno e si ricompone dopo il tuo passaggio, ti riempie i polmoni come un buon tabacco, ha un profumo forte e sano, ti accarezza le guance e si infila tra il bavero e il mento punzecchiandoti il collo, ti fa scorgere da lontano dei fantasmi che si dissolvono quando ti avvicini, o sorgere all’improvviso di fronte delle figure forse reali, che ti scansano e scompaiono nel nulla. (ix-x)

nebbia la terra, che addormita sembra,
argentea ricopre.
(Carducci, 40)

Lo zio Piero chiamo’ Luisa perche’ vedesse lo spettacolo, l’ultima scena splendida del dramma: il trionfo del sole, la fuga delle nebbie, la gloria delle montagne.
(Fogazzaro, 42)

E se credete che non e’ triste e melanconico trovarsi in mezzo alla nebbia, tutto solo, di notte, provatevi una volta, e poi me ne saprete dire qualcosa.
(Twain, 57)

E Meo: - Lasciaci andare, Milton. Io crepo di fame. Se la nebbia fosse lardo…
(Fenoglio, 63)

E’ per questo che aveva scelto Bruges, Bruges da cui il mare si era ritratto, come una grande felicita’.

Malinconia del grigiore delle strade di Bruges, ove tutti i giorni hanno l’aria di ognissanti!
(Rodenbach, 124)
E per Bruges-Brugge… consiglio una visita (per poi tornare a Venezia… d’inverno!)

Ma dove sono le grandi nebbie di Milano? La nebbia mobilia le citta’, raccoglie i discorsi degli uomini e li conserva; e quando viene primavera, e il sole torna a brillare nelle vetrine dei negozi e le donne si slanciano fuori dai negri portoni delle case, e come fagiane dorate si spandono a starnazzare per la citta’, i discorsi custoditi per tanti mesi dalla nebbia si sciolgono sonoramente, e piovono giu’ dal cielo scintillante.
(Savinio, 151)

O magari un ragazzo scappato di casa
torna proprio quest’oggi, che sale la nebbia
sopra il fiume, e dimentica tutta la vita,
le miserie, la fame e le fedi tradite,
per fermarsi su un angolo, bevendo il mattino.
(Pavese, 164)

… mi posi a meditare sulla poesia della nebbia. Era infatti suggestiva, la nebbia, simile all’ombra grigia del mistero infinito, gravante sulla roteante briciola della Terra;
(London, 209)

The changing light at San Francisco
is none of your East Coast light
none of your
pearly light of Paris

And in that vale of light
the city drifts
anchorless upon the ocean
(Ferlinghetti, 222)

La neve l’e’ il pan de la tera.
La nebbia l’e’ il vin.
(227)

… alla pioggia
e’ seguita una nebbia quale lana
non ancora lavata, molle, calda,
impregnata di letame e di sonno,

(Bertolucci, 257)

Ma sull’antica cresta c’e’ una casa, e di sera gli uomini vedono che le finestre dai piccoli vetri sono illuminate.
E’ un cottage antichissimo, ed e’ sempre stato li’. La gente dice che il suo Abitante parli con le nebbie…
(Lovecraft, 291)
Cosi’ come lo stesso Lovecraft vide le fiamme o le nebbie al largo della sfera di Orione (Philip K. Dick)
L’ospite barbuto sembrava giovane, ma i suoi occhi avevano contemplato antichi misteri; dai racconti che narrava di cose remote, era evidente che la gente del villaggio aveva avuto ragione nel supporre che comunicasse con le nebbie del mare e le nuvole del cielo, …
(Lovecraft, 294-5)

Meglio a chi ‘l senso smarri’ dell’essere,
meglio quest’ombra, questa caligine:
io voglio io voglio adagiarmi
in un tedio, che duri infinito.
(Carducci, 322)

PARIGI, ESTATE DEL 1979. Cammino come un sonnambulo nelle gallerie gelide del museo del Louvre, piene di nebbia. Non e’ possibile vedere i quadri, perche’ anche se li illuminassero con i riflettori piu’ potenti del piu’ potente faro marino verrebbero percepiti come poco piu’ che rettangoli umidi e ammuffiti di materiale vischioso. Nessuno fa la guardia all’entrata del museo e ci si domanda perche’ mai far la guardia a questo immenso coagulo di bruma.
(Ferrero, 357)





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Friday, January 1, 2016

Review: La guerra dei Trent'anni

La guerra dei Trent'anni La guerra dei Trent'anni by C.V. Wedgwood
My rating: 3 of 5 stars

Fiat iustitia et pereat mundus. (Ferdinando I di Asburgo)

Per lo piu' un testo di studio che di quotidiana lettura.
Mancano le cartine geografiche ed almeno un elenco dei regnanti e comandanti.

Nel 1618 la dinastia degli Asburgo era la piu' grande potenza d'Europa, Austria est imperitura orbi universo, sentenziava il suo fiero motto, vanto non infondato entro i ristretti limiti del mondo quale era concepito dall'uomo comune europeo. (21-2)

Il re di Spagna voleva il Reno, in modo che le sue truppe e il suo denaro potessero essere trasportati facilmente dall'Italia settentrionale in Olanda. Il re di Francia e l'Olanda non meno di lui cercavano a loro volta alleati sul Reno per contrastare questi piani. Anche i re di Svezia e Danimarca miravano a stringere alleanze sulla costa baltica l'uno contro l'altro, contro il re di Polonia o contro l'Olanda. Il papa tentava di formare in Germania un partito cattolico che si opponesse all'imperatore asburgico e il duca di Savoia tesseva intrighi per conquistare il trono imperiale. (29)

Richelieu non intendeva limitare la guerra alla Germania del Nord. la Casa d'Asburgo era il nemico, ma egli temeva la Spagna piu' dell'Austria e il suo scopo era di tenere l'Austria immobilizzata in Germania, mentre l'attacco principale contro la Spagna sarebbe stato scatenato sul Reno e nell'Italia settentrionale. La Savoia e Venezia erano gia' state interpellate prima che egli assumesse il potere e Richelieu coltivo' questi buoni rapporti. Anche le Province Unite dovevano entrare nella coalizione. L'esule Federico ed Elisabetta, imparentati per matrimonio a quasi tutti i regnanti protestanti d'Europa, divennero l'anello principale della catena che stava congiungendo Inghilterra, Danimarca, Svezia e le Province e che avrebbe compreso in una sola grande alleanza la Savoia, Venezia e la Francia. Anche Bethlen Gabor si assumeva l'incarico di attaccare l'Ungheria in modo che il blocco asburgico sarebbe stato assalito contemporaneamente sui fianchi, di fronte e alle spalle. Richelieu aveva finalmente dato un contenuto realistico a quei piani chimerici che Federico e i suoi ministri avevano concepito di anno in anno. (189)

La crisi di Mantova, insignificante in se’, costitui’ l’evento determinante della Guerra dei Trent’Anni, perche’ provoco’ la separazione definitiva della Chiesa cattolica, allontano’ il pontefice dalla dinastia asburgica e rese moralmente possibile, per riequilibrare la situazione, l’alleanza fra Potenze protestanti e cattoliche. (250)

La Casa d’Austria ha una radice che rifiorira’. (Tommaso Wentworth) (339)

Dal punto di vista religioso la battaglia di Noerdlingen (1634) fu una vittoria strepitosa per i cattolici come era stata strepitosa per i cattolici per loro la sconfitta di Breitenfeld; dinasticamente innalzava al massimo il prestigio degli Asburgo, militarmente costituiva un colpo mortale per la reputazione dell’esercito svedese e l’esaltazione della gloria spagnola. Politicamente invece dava a Richelieu la direzione della causa protestante, alzando il sipario sull’ultimo atto della tragedia tedesca, nella quale Borboni e Asburgo avrebbero combattuto a fondo fino all’inevitabile esito. (381)

Quando il piacere e l’interesse privato prendono il sopravvento nella societa’ disorganizzata, anche le crociate piu’ religiose perdono il loro carattere sacro, e la Guerra dei Trent’Anni perdette quel poco significato spirituale che aveva avuto per altre cause. … Il motivo non e’ difficile da scorgere; mentre il crescente interesse per lo sviluppo delle scienze naturali aveva prospettato al mondo colto una nuova filosofia, i risultati tragici dell’intervento della religione nelle cose temporali avevano discreditato le Chiese come ispiratrici dello Stato. La fede non era per questo diminuita nelle masse e anche sulla gente istruita e dedita alla filosofia aveva mantenuto un notevole ascendente, ma si era sviluppata in modo piu’ personale, diventando un rapporto diretto fra l’individuo e il suo Creatore. (384)


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