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Sunday, May 15, 2016

Review: La nascita dell'Europa

La nascita dell'Europa La nascita dell'Europa by Giuseppe Sergi
My rating: 5 of 5 stars

Difetti e pregi dell’Europa: l’estrema parcellizzazione di popoli e, conseguentemente, di idee potrebbe ridursi ad un difetto che diventa pregio quando un enorme brainstorming produce idee nuove.
Non concordo quindi con la prefazione al volume:
“L’Europa e’ qualcosa di piu’ di un continente
e di un concetto politico: nonostante le numerose
differenze regionali, si tratta in realta’ di uno spazio
culturale unitario, le cui radici risalgono lontano
nel tempo, soprattutto all’antichita’ e al Medioevo.” (5)

Nella storia c’e’ sempre stato chi perseguiva il potere solo per ambizione e chi per far funzionare la societa’ secondo i suoi ideali. E l’umanita’ si e’ sempre proposta, in forme diverse, di regolare con la politica le lotte per il potere; ma non c’e’ stato sempre solo progresso, se ci appaiono piu’ civili alcune esperienze della Grecia antica rispetto ad altre di eta’ superiori. (81)

La rapida ascesa di Alessandria ebbe inizio quando la citta’, fondata da Alessandro Magno, fu elevata a capitale d’Egitto e il Museion (‘luogo sacro alle Muse”) divenne il primo istituto culturale pubblico del mondo. (90)

Il simbolo dell’aquila.
Da Visigoti a Ostrogoti l’immagine dell’aquila era spesso usata come motivo ornamentale. Ritenevano che il rapace fosse in grado di conoscere il destino degli eroi, di comprendere il linguaggio umano e di portare fortuna con la sua sola presenza. (103)

Elmi e corna.
Contro la concezione comune, i Vichinghi portavano elmi a corna, simboli di virilita’ e coraggio, soltanto nelle cerimonie rituali, come nel culto della guerra o nelle cerimonie magiche di fertilita’, ma non in battaglia. (108)

Se la rete stradale costruita dai Romani serviva anzitutto a scopi statali e militari, essa fu anche di importanza determinante per lo sviluppo di un mondo culturale romano unitario. E’ infatti grazie a questa rete stradale che fu possibile un vero scambio di merci, notizie, idee e costumi fra le parti piu’ lontane del mondo antico. (203)
… e per fortuna poi ciascun popolo ha seguito una sua strada (che non conduceva necessariamente a Roma).

In un periodo in cui l’Europa aveva scarsi collegamenti stradali, le merci venivano prevalentemente trasportate per via fluviale. L’importanza dei corsi d’acqua e’ dimostrata dal progetto di Carlo Magno di creare un collegamento fra il Meno e il Danubio. (204)

Le grandi cattedrali dovettero apparire spettacolari all’uomo del Medioevo: dove oggi sembrano soffocate da case e palazzi, un tempo dominavano la citta’, simbolo di ricchezza, di fede religiosa e di sintesi mirabile di arte e tecnica. (343)

Un nome per ogni nota musicale.
Ut quaeant laxis Resonare fibris Mira gestorum Famuli tuorum Solve polluti Labii reatum, Sancte Iohannes. (354)


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Thursday, May 12, 2016

Review: La regina del mattino e Solimano principe dei Geni

La regina del mattino e Solimano principe dei Geni La regina del mattino e Solimano principe dei Geni by GĂ©rard de Nerval
My rating: 4 of 5 stars

Ma come potrebbe la saggezza umana, con i suoi angusti limiti, raggiungere l’INFINITO? (301)

L’essere nervaliano e’ sempre pronto a scivolare sul piano inclinato che dalla veglia porta al sonno, da cio’ che rassicura a cio’ che ossessiona, sfociando in una dimensione incerta dove sparsi elementi di realta’ coesistono con immemoriali figure, appunti cronachistici si volgono in racconti onirici, confondendo reminiscenze storiche e memorie personali in uno spazio divelto e frammentato. (introduzione, 11)

La donna e’ piu’ amara della morte; il suo cuore e’ una trappola e le sue mani sono catene. Il servo di Dio la fuggira’, e il folle si fara’ prendere. (Ecclesiaste, 83)

Si’ - continuo’ la sua guida; e’ un dio che ha meno forza che ingegno ed e’ piu’ geloso che generoso, il dio Adonai! Ha creato l’uomo dal fango, a dispetto dei geni del fuoco; poi, spaventato dalla sua opera e dalla loro condiscendenza per questa triste creatura, senza pieta’ per le loro lacrime, l’ha condannata a morire. Ecco la causa del contrasto che ci divide: tutta la vita terrestre che procede dal fuoco e’ attratta dal fuoco che sta al centro della terra. Avevamo voluto che in cambio il fuoco centrale fosse attratto dalla circonferenza e che si irradiasse all’esterno: questo scambio di principi avrebbe permesso la vita senza fine. (177)



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Saturday, May 7, 2016

Review: Rain: A Natural and Cultural History

Rain: A Natural and Cultural History Rain: A Natural and Cultural History by Cynthia Barnett
My rating: 4 of 5 stars

Longfellow also wrote what is arguably rain’s most famous refrain, the closing lines of “The Rainy Day”:
Into each life some rain must fall
Some days must be dark and dreary.

(Kindle Locations 2911-2913)


The best chapters:
RAIN FOLLOWS THE PLOW
WRITERS ON THE STORM
STRANGE RAIN

After reading Rain there is nothing else to say about the rain (apart from going outdoors forgetting the umbrella).

Quotes:
Many archaeologists believe Homo sapiens built their big brain power during these rain-starved times, evolving speech to share what they knew about water and food to survive famine. (Kindle Locations 465-467)

In Sanskrit, the word for rain, varsha, is derived from the older vrish, which means not only “to rain,” but also “to have manly power” and “generative vigor.” Hindus consider rivers female, and sometimes describe those swollen with monsoon rains as pregnant. (Kindle Locations 879-881)

And the lives of gods including revered Krishna are intimately tied to rain. Krishna’s skin is storm-blue, and his name means “dark as a storm cloud.” Rain follows him from the day of his birth to a royal family in Mathura during a terrific storm. The tempest helps obscure a ruse when his father secrets Krishna across the Yamuna River (the largest tributary of the Ganges) to switch him with the newborn child of a cowherd couple so he won’t be murdered by Mathura’s wicked ruler. (Kindle Locations 933-936)

The Welsh, who have more than two dozen words for rain, like to say that it’s raining old women and walking sticks. Afrikaans-speakers have a version that rains old women with knobkerries (that would be clubs). The Polish, French, and Australians all have a twist on raining frogs; the Aussies sometimes call a hard rain a frog-strangler. Portuguese- and Spanish-speakers both might say it’s raining jugs. (Kindle Locations 1131-1134)

Rain can warp, swell, discolor, rust, loosen, mildew, stink, peel paint, consume wood, erode masonry, corrode metal, expand destructively when it freezes, or seep into every crack when it evaporates. (Kindle Locations 1870-1871)

Later in the 1920s, Wright’s cousin Richard Lloyd Jones Sr., publisher of the afternoon newspaper in Tulsa, Oklahoma, commissioned him to build a home there. Jones was worried about the textile blocks in an area with more rain than the West, and rightly so. Despite heroic waterproofing attempts, the home, Westhope, was perpetually damp. The roof leaked almost immediately after Jones moved in. He called in roofers to resurface, in vain. He went to his desk and placed a call: “Dammit, Frank—it’s leaking on my desk!” Wright calmly replied, “Why don’t you move your desk?” (Kindle Locations 1893-1897)

Rain “is a power which none but God can rule with justice. (Kindle Location 2384)

Now that modern humans could fly like the gods of mythology, could they also make it rain like Jupiter Pluvius? (Kindle Location 2601)

Perhaps more than in music or any other genre, rain, so fit for meter and metaphor, speaks in the language of poetry. Anthologies seem to have no end of poems titled “Rain,” or those devoted to April rain, May rain, August rain, September rain, summer rain, noon rain, night rain, and London rain—and all of that not even counting showers. (Kindle Locations 2903-2905)

In The Old Curiosity Shop, when Little Nell’s grandfather steals her savings, she rises from her bed in the dark night while “the rain beat fast and furiously without, and ran down in plashing streams from the thatched roof.” (Kindle Locations 2954-2956)

The American writer Edward Lewis Wallant, compared with Bellow and Roth before he died in his thirties, does it in his novel The Pawnbroker, foreshadowing a troubled young character’s redemption with a walk in a storm: “The fiery exultation of evil drained out of him then, and he walked home, all hunched over, nailed heavily to the earth by the torrential downpour.” (Kindle Locations 2990-2992)

To Sanjiv Chopra, the Indian American Harvard Medical School physician and author, like his younger brother Deepak Chopra, the loamy smell of long-awaited rains soaking India’s thirsty ground is “the scent of life itself.” (Kindle Locations 3161-3163)

Extracted from parched clay on the eve of the monsoons, and distilled with techniques dating to the Harappan, the scent of rain, in India, is known as Earth’s perfume. (Kindle Locations 3189-3190)

...humanity has managed to change the rain. (Kindle Location 3978)

In The Martian Chronicles, Ray Bradbury wrote that the Martians “blended religion and art and science because, at base, science is no more than an investigation of a miracle we can never explain, and art is an interpretation of that miracle.” (Kindle Locations 4100-4102)


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Review: Un cuore arido

Un cuore arido Un cuore arido by Carlo Cassola
My rating: 4 of 5 stars

Sicuramente dall’anno della pubblicazione di Un cuore arido (1961) sono trascorsi parecchi anni e, di molti passaggi, ne sentiamo come cose non piu’ nostre.
Sicuramente, ancora, il libro migliora nella terza parte sebbene ne rifrange la versione esistenzialistica di Anna.
In alcuni passaggi, specialmente all’inizio, si ha l’impressione di descrizioni minimalistiche, ma Cassola non e’ ovviamente Carver.

Anna capiva che avrebbe dovuto dir qualcosa; ma non ne fu capace. Lei era fatta cosi’, non sapeva esternare i propri sentimenti: per questo la giudicavano senza cuore. (21)

Anna indugiava a guardare, contenta della bella giornata, dell’operosita’ che le sembrava anch’essa lieta e serena. Finalmente venne via dalla finestra; si lavo’ la faccia nella catinella di coccio e si asciugo’ sbuffando. Infilo’ il golf, rabbrividendo al contatto ruvido della lana; poi, con un pettine che aveva perduto la maggior parte dei denti, prese a ravviarsi i capelli. Accosto’ la faccia allo specchio, provando a guardarsi di sbieco: come se avesse voluto vedere in se stessa, capire quello che aveva dentro. Non vide e non capi’ nulla. “Oh, ma che importa” si disse, e rise. (54)

L’avvenire. Che parola grossa. E qual e’, poi, l’avvenire di una ragazza? L’amore; solo l’amore. Lei non era come la sorella, che parlava sempre di queste cose: pure, era l’amore che faceva capolino in fondo a tutti i suoi pensieri… “Bisognerebbe non conoscerlo mai, l’amore. Continuare a sperarci… ma che non venisse mai.” (185-6)

La vita quotidiana si componeva di tante cose, piccole e grandi, rifare i letti e mangiare, fidanzarsi e sposare; ma la vita vera era come la luce e il calore del sole, qualcosa di segreto e d’inafferabile. (282)


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