La banda di Asakusa by Yasunari Kawabata
My rating: 4 of 5 stars
Alcune descrizioni, azzardando, possono ricordare quelle di Zola ne Il ventre di Parigi: l'elenco infinito di carabattole che saltano agli occhi di chi 'scruta' nel 'ventre' di Asakusa.
Asakusa è universale. Qui tutto viene alla luce così com'è, senza artifici. I desideri degli uomini palpitano nella loro nudità. E' una grande corrente in cui si mescolano alla rinfusa tutte le classi e le razze. E' una corrente di insondabile profondità che fluisce senza posa, giorno e notte. Asakusa vive: folle di gente la percorrono senza sosta. E' un crogiolo che fonde di continuo le vecchie cose e dà loro nuova forma.
(pagina 29 - Qui Kawabata cita Soeda Azenbo)
Il fischietto del vigile urbano, la campanella dello strillone, il clangore delle catene delle gru, il motore dei battelli a vapore, i geta che pestano l'asfalto, l'eco delle automobili e dei tram, l'armonica di questa ragazza, la campana del tram, il suono della porta dell'ascensore, clacson di automobili, rumori di sottofondo in lontananza... Diventano un tutt'uno indistinto. Mi abbandono a quell'onda si suoni, come se fosse una ninna nanna.
(pagina 89)
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