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Thursday, November 27, 2014

I capolavoriI capolavori by Knut Hamsun
My rating: 4 of 5 stars

Presentazione

Il Langtam e lo Stamning sono le caratteristiche dell'anima nordica.

Il Langtam e' il desiderio che ci porta ad uscire di noi stessi, e' la maliconica volutta' di misurare la nostra impotenza;
lo Stamning e' la sensazione che tutte le cose concorrono a creare un'armonia: si stabilisce in tal modo uno scambio simpatico tra noi e le cose. (VI)

PAN

...

UN VIANDANTE CANTA IN SORDINA (****)

Tale gioia piena di speranza suppone una certa stoltezza, pensai, occorre un grado di minorazione per essere sempre contenti della vita e per aspettarsi inoltre qualche novita' e qualche cosa buona. (108-9)

Mi ero trattenuto un bel pezzo tra gli alti monti boscosi ed ero stato ad ascoltare il murmure del cielo e della terra, non si udiva altro. Se si udiva un lievissimo rumore, era una foglia inaridita e attorcigliata che gocciolava per i rami gelati. Sembrava una piccola sorgente. Poi mormoravano di nuovo cielo e terra. Una dolcezza si posava sull'anima mia, la sordina temperava le mie corde. (221)

Se non va una cosa, andra' l'altra. Anche l'altra pero' non va, allora non si perdona Dio, se ne assume, seppure, la difesa. Si puntano le spalle contro il destino, cio' vuol dire che si piega la schiena. Fa un po' male alla carne e al sangue, i capelli diventano grigi; ma un viandante ringrazia Dio per la vita, vivere e' una gioia! (230)

CESPUGLI (**)


SIESTA (****)

Lo vedi, c’e’ sempre qualche cosa che mi si mette sulla strada. Tanto vicino, come quest’ultima volta, non ci son mai stato, eppure ci rimisi per benino. Non risparmio fatica, non mi spavento davanti a nessun viaggio, non evito spese, eppure, eppure non mi giova. E’ destino.
Non c’e’ nulla da fare. (291)

VITTORIA (****)

Giorni vennero e giorni passarono, dolci, cari giorni; meravigliose ore trascorse nella sua camera con i cari ricordi degli anni della fanciullezza, un richiamo alla terra e al cielo, all’aria e ai monti. (321)

Cosi’ era l’amore.
No, no, era molto diverso, ed era come nessun’altra cosa al mondo. Venne sulla terra in una notte di primavera, quando un giovane vide due occhi… due occhi. Fisso’ e vide. Bacio’ una bocca; allora due luci s’incontrarono nel suo cuore, un sole che lampeggio’ dentro una stella. Cadde in un abbraccio, e non vide e non senti’ piu’ nulla del resto del mondo. (329)

Se qualcuno chiedesse che cosa sia l’amore, esso non e’ altro che un vento che spira sulle rose e poi si cheta. Ma spesso e’ pure come un suggello infrangibile, che dura per la vita, dura fino alla morte. Dio l’ha creato di diverse specie e l’ha veduto vivere e perire. (372)

TERRA FAVOLOSA (****)

Ma noi Europei siamo caduti molto in basso, ci piace coricarci, e il nostro letto e’ pieno di cuscini. Arriviamo al punto di desiderare ardentemente l’inverno quando abbiamo avuto alcune settimane di estate, sentiamo il piacere della neve, della morte rigida e fredda. Nessuno si sente triste perche’ l’estate e’ trascorsa, nessuno prova dolore ne’ si rammarica. Sembra un paradosso e non si capisce. … E nelle lunghe serate, quando nulla di fuori per il gelo si puo’ muovere, allora accendiamo le stufe e leggiamo. Leggiamo romanzi e giornali. Ma i popoli antichi non leggono, durante la notte stanno all’aperto e strimpellano canzoni. (422-3)

… ma improvvisamente mi ricordai che di fatto io ero in Russia e che molti Russi sono un pochino diversi dagli altri uomini. (460)

Non vi e’ nulla, nulla assolutamente, al mondo che sia paragonabile con la sensazione di sentirsi isolati da tutto e da tutti, continuo a pensare.
Lo so fin dall’infanzia, quando al mio paese conducevo al pascolo le bestie. Nelle belle giornate mi sdraiavo, le spalle sull’erba, e con l’indice scrivevo su tutto lo spazio del cielo e vivevo ore felici. …
Era una magnifica vita. (466)

Turgenjev non era una gran testa, ma aveva un gran cuore. Egli credeva all’umanesimo, alla bella letteratura, al progresso dell’Europa occidentale. A tutto cio’ credettero anche i suoi contemporanei francesi, ma non tutti i russi alcuni dei quali come Dostojevski e Tolstoj segnarono una frattura nella loro linearita’. Dove l’Europa occidentale vide la salvezza, costoro non videro che speranze fallaci. E distrussero il piu’ antimoderno rispetto della divinita’: l’adorazione di Dio. (488)

Quando Turgenjev mori’, mori’ un sincero credente.
Dostojevski invece mori’ come un fanatico, un folle, come un genio. Egli era estenuato, sproporzionato, come i suoi personaggi. (489)

Gli antichi erano assai indietro nel campo scientifico. Avevano imparato a conoscere soltanto “l’acqua densa”, vi appiccavano fuoco ed essa bruciava, bruciava sempre. Misero questo fenomeno in rapporto con Mitra, col Sole, che bruciava sempre ed era l’immagine di Dio. E quell’acqua divenne sacra per loro, la adorarono, fecero per essa pellegrinaggi. E quando poi qualcuno innalzo’ un tempio sopra questa sorgente di fuoco, grande fu la venerazione di tutti. (512)






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