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Sunday, November 2, 2014

Trilogia della città di K.Trilogia della città di K. by Ágota Kristóf
My rating: 4 of 5 stars

Abbiamo un odore misto di letame, pesce, erba, funghi, fumo, latte, formaggio, melma, fango, terra, sudore, orina, muffa.
Puzziamo come Nonna. (15)

Un uomo dice:
Tu chiudi il becco! Le donne non sanno niente della guerra.
La donna dice:
Non sanno niente? Coglione! Abbiamo tutto il lavoro, tutte le preoccupazioni: i bambini da sfamare, i feriti da curare. Voi, una volta finita la guerra siete tutti degli eroi. Morti: eroi. Sopravvissuti: eroi. Mutilati: eroi. E’ per questo che avete inventato la guerra, voi uomini. E’ la vostra guerra. l’avete voluta voi, fatela allora, eroi dei miei stivali! (76)

Buongiorno, Lucas.
Mi conosce?
Tutti la conoscono in citta’. Sono molto felice di poterle essere utile. Compiliamo la sua carta. Nome, cognome, indirizzo, data di nascita. Ha solo quindici anni? E’ molto alto per la sua eta’. Professione? Scrivo “musicista” ?
Lucas dice:
Vivo anche coltivando il mio orto.
Allora scriviamo “ortolano”, fa piu’ serio. Bene, capelli castani, occhi grigi… Appartenenza politica?
Lucas dice:
Questo lo cancelli.
Si’. E qui, cosa vuole che scriva qui: “Apprezzamenti delle autorita’”?
“Scemo”, se puo’. (155)

Ci sono molti libri all’indice?
Quasi tutti. (173)

Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano e’ nato per scrivere un libro, e per nient’altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scrivera’ niente e’ un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia. (210)

Per quel che concerne il contenuto, non puo’ trattarsi che d’invenzione, poiche’ ne’ gli avvenimenti descritti ne’ i personaggi rappresentati sono mai esistiti nella citta’ di K. (266)

Cerco di scrivere, ma riesco solo a piangere pensando alla “cosa” che ha rovinato la nostra vita, la vita di tutti noi. (332)

Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico e’ piu’ o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se e’ morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli e’ toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello piu’ pesante. Gli dico che la vita e’ di un’inutilita’ totale, e’ non-senso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagita’ che supera l’immaginazione. (374)

Il treno e’ una buona idea. (379)



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