Gli elisir del diavolo by E.T.A. Hoffmann
My rating: 5 of 5 stars
NON CI SVEGLIATE!... NON SVEGLIATE QUESTO ASSURDO MONDO MAGICO ADDORMENTATO FRA LE ANTICHE PIETRE!
(798-9)
(ma, cari scrittori, continuate imperituri a raccontarcelo! G.)
Hoffmann approda dunque, secondo l’osservazione di Lothar Koehn, alla solitudine del romanziere, all’espatriazione trascendentale di cui parla Lukacs nella Teoria del romanzo: all’epopea di un “mondo abbandonato da Dio” in cui un’oggettivita’ sempre piu’ elusiva s’allontana progressivamente dal soggetto. (XLI, L’esilio del borghese, Claudio Magris)
KREISLERIANA
Non tanto in sogno, quanto nello stato di dormiveglia sognante che precede il sonno (specialmente quando ho sentito molta musica), trovo una concordanza fra colori, suoni, profumi; e’ come se le tre cose venissero prodotte insieme, nello stesso misterioso modo, da un raggio di luce, per poi fondersi in un meraviglioso concerto. (44)
LE NUOVE AVVENTURE DEL CANE BERGANZA
Ne sono convintissimo. Tutte le donne affettate, eccessivamente colte - e sostanzialmente fredde - a partire dal venticinquesimo anno di eta’ sono mature per l’”Ospitale degli Incurabili”. (109)
IL MAGNETIZZATORE
E buon per voi se la natura tollera che le tiriate i veli con le vostre mani sgarbate e non punisce tanta curiosita’ mandandovi in perdizione. (135)
IL VASO D’ORO
Al centro della camera, sopra una piastra di porfido retta da tre leoni egizi in bronzo fuso, poggiava un semplice vaso d’oro. Come vi ebbe posato lo sguardo, Anselmo non riusci’ piu’ a distoglierlo: su quella superficie d’oro tersissimo parevano muoversi, in un gioco di mille iridescenti riflessi, figure d’ogni specie… Anselmo vi scorse perfino se stesso … (200)
Anselmo, - gli disse il principe degli spiriti. - Tu non hai colpa della tua incredulita’. La colpa e’ stata di un principio malefico che cercava di penetrare in te - e di inimicarti con te stesso - per la tua perdizione. Ma tu ti sei mantenuto fedele. Sii dunque libero e felice. (227)
E che altro e’ la felicita’ di Anselmo se non la vita nella poesia, cui si rivela il piu’ profondo segreto della natura: la sacra armonia regnante fra tutti gli esseri? … (237)
KREISLERIANA
… per il musicista la visione e’ una “audizione interiore” - o piuttosto, una profonda presa di coscienza della musica la quale, vibrando all’unisono con lo spirito del musicista stesso, risuona da tutto cio’ che il suo occhio riesce ad abbracciare. Cosi’, le improvvise ispirazioni, il nascere delle melodie nella mente del musicista, si spiegherebbe con la facolta’ inconscia - (o meglio; non definibile con parole) - di cogliere la musica occulta della natura e di riconoscere in essa il principio della vita e di ogni manifestazione vitale. (303-4)
GLI ELISIR DEL DIAVOLO
Ero colui che sembravo, e non sembravo colui che ero. In quella duplice personalita’ non riuscivo piu’ a comprendere, a ritrovare me stesso! (447)
Esiste una sola creatura umana cui il meraviglioso mistero d’amore, custodito nei piu’ profondi recessi dell’animo, non si sia rivelato almeno una volta nella vita?... (527)
RACCONTI NOTTURNI. L’ORCO INSABBIA.
Oh, mamma chi e’ questo cattivo Orco Insabbia che ci fa sempre andare via dal babbo? Com’e’ fatto?
Ma non c’e’ nessun orco, piccolo mio, - rispose la mamma;
quando dico: viene l’Orco Insabbia, vuol dire solo che vi e’ venuto il sonno e non potete tenere piu’ gli occhi aperti, come se qualcuno vi avesse buttato la sabbia in viso. (654)
Forse, o mio lettore, allora crederai che nulla v’e’ di piu’ stravagante e pazzesco della vita reale e che il poeta la puo’ cogliere solamente come un oscuro riflesso dentro uno specchio senza luce. (666)
RACCONTI NOTTURNI. LA CASA DISABITATA.
Ma che cos’e’, poi, la vita abituale?... Ahime’, e’ un eterno rigirarsi entro una cerchia ristretta, un continuo batter di naso dappertutto, un andar di piccolo passo, misurato, monotono, anche se spesso tentiamo di interromperlo con qualche virtuosistica “courbette”... (768)
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