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Saturday, December 2, 2017

Review: V.

V. V. by Thomas Pynchon
My rating: 4 of 5 stars

Leggere un libro e non capirci un bel niente di tutte le oltre seicento pagine, ma, dentro di voi, sapete che qualcosa vi è rimasto… ma cosa? Perché?...

Un pò Flann O’Brien, ma meno chiaro...

Demain le noir matin,
Je fermerai la porte
Au nez des années mortes;
J’irai par les chemins.
Je mendierai ma vie
Sur la terre et sur l’onde,
Du vieux au nouveau monde…

Domani, il nero mattino,
Chiuderò la porta
In faccia agli anni morti.
Andrò per le strade,
Vivrò per mare e per terra,
Come un vagabondo,
Dal vecchio al nuovo mondo…
(pagina 16)

La mia traduzione (peccando di saccenza):
Domani, un oscuro mattino,
Chiuderò la porta
In faccia agli anni morti.
Mendicherò dal mio futuro
Sulle strade e sulle onde del mio destino
Dal vecchio al nuovo mondo.
Sarebbe stato davvero il colmo se alla fine di questa sua caccia Stencil si fosse ritrovato faccia a faccia con se stesso, davanti al proprio io afflitto da una specie di travestitismo dell’anima. (pagina 290)

Scorrendo il suo menù di preoccupazioni, vide una portata rimasta fino ad allora inosservata, la quale assunse la forma di una domanda dalla logica tipicamente tedesca: “Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui?” (pagina 332)

La festa era vicino al confine con il Maryland; tra i partecipanti, Profane trovò un evaso da Devil’s Island, il quale era in viaggio, sotto il falso nome di Maynard Basilisk, diretto a Vassar, dove contava di insegnare apicoltura; un inventore che festeggiava la settantaduesima invenzione respintagli dall’ufficio brevetti: questa volta si trattava di un bordello che funzionava a gettone, da installare nelle stazioni degli autobus e dei treni, e lui ne stava spiegando il progetto avvalendosi di cianografie e di gesti a un piccolo gruppo di Tirosemiofili (collezionisti di etichette di formaggio francese), …; una dolce patologa originaria dell’isola di Man, la quale si distingueva per essere l’unica persona al mondo a parlare la lingua di quell’isola, e di conseguenza non parlava con nessuno; un musicologo disoccupato che si chiamava Petard, il quale aveva dedicato la vita alla ricerca del Concerto per kazoo di Vivaldi; il concerto, andato perduto, era stato segnalato alla sua attenzione da un certo Squasimodeo, il quale un tempo faceva l’impiegato statale sotto Mussolini e ora giaceva ubriaco sotto il piano; … (pagina 540)


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