Opere by Jun'ichirō Tanizaki
My rating: 5 of 5 stars
Dov’è oggi la mia amata,
sta varcando monti lontani
solitaria come un’alga alla deriva?
(pagina 1096)
Vista l’insistenza con la quale i critici accostano il suo nome a quelli di Poe, Wilde e Baudelaire, viene immediata la domanda di quanto in effetti Tanizaki sia stato debitore alla cultura occidentale. E salta subito all’occhio una sostanziale differenza: nelle sue opere, al contrario di quelle degli autori citati, non vi è conflitto di coscienza, non vi è lotta o ribellione nei confronti dei principi morali, non compare (l’unica eccezione è Kirin) il dilaniante quesito se seguire il Bene o darsi al Male, bensì solo la ricerca della Bellezza. La Bellezza, meglio ancora se personificata in una donna splendida e crudele, è al di sopra di tutto e incarna la visione che l’artista ha della vita. (pagina XI)
IL TATUAGGIO
Il ragno che prende o possiede.
Lascia che la tua strada segua ciò che prende.
KIRIN
…
ADOLESCENTI
…
BUFFONE DI PROFESSIONE
…
IL SEGRETO
Mi resi conto allora che l’arte del trucco nella quale gli attori, le geisha e le donne in generale usano il proprio corpo come materia è un’arte ben più attraente della letteratura o della pittura. (pagina 89)
PIANTO DI SIRENA
...
IL PRESTIGIATORE
…
L’AMORE DI UNO SCIOCCO
Vale di più il desiderio in sé, l’oggetto desiderato, la ricerca del desiderio, oppure…
La cecità sia fisica che psicologica è un tema ricorrente in Tanizaki (tanto che Takeshi Kitano lo ripropone nel suo film Dolls).
In genere si dice che la donna inganna l’uomo. Invece, secondo la mia esperienza, non è che la donna abbia dall’inizio l’intenzione di ingannare. L’uomo piuttosto è contento di essere ingannato. (pagina 211)
VITA SEGRETA DEL SIGNORE DI BUSHU
…
I CANNETI
La luna illumina il fiume, il vento passa tra i pini. Che cosa fare in una notte lunga, in una sera così serena? (pagina 570)
LA STORIA DI SHUNKIN
Un albero troppo alto attira la gelosia del vento. Dotata di bellezza e di talenti incomparabili, la Maestra fu per due volte nella sua esistenza vittima dell’invidia e ciò determinò l’infelice corso del suo destino. (pagina 607)
LIBRO D’OMBRA
La carta, dicono, è invenzione cinese. Io posso dire soltanto che la carta occidentale altro non mi trasmette che l’impulso a usarla; se, invece, mi chino a osservare una carta cinese o giapponese, a poco a poco mi sento invaso dalla quiete e dal tepore. La bianchezza stessa è diversa. Se la carta occidentale sembra respingere la luce, quella cinese, o giapponese, la beve lentamente, e la sua morbida superficie è simile al manto della prima neve. E’ una carta cedevole al tatto, e che si lascia piegare senza rumore. E’ placida, delicata, leggermente umida. Somiglia alle foglie degli alberi. (pagina 685)
LA GATTA, SHOZO E LE DUE DONNE
Nonostante che la protagonista del racconto sia la gatta Lily, Tanizaki riesce a trasmettere i patemi dei protagonisti umani (separazione, distacco, sopportazione, sottomissione, affetto riconosciuto o meno apertamente).
La mia Lilly:
LA CHIAVE
La chiave che apre o che chiude; la completezza del cerchio; il nero e il bianco, se rompi il due se ne forma un altro; oppure la chiave che apre o che chiude.
IL PONTE DEI SOGNI
Anche Tanizaki partecipa alle congetture letterarie del doppio, ma non come opposti, bensì come continuità - linearità. Gli opposti si fermano nel loro circolo vizioso, mentre i “doppi” di Tanizaki procedono su una linea orizzontale, a dire il vero ancora più dirompente.
Nel fondo del boschetto i molti uccelli sono lieti.
Lungi dalla polvere il pino e il bambù sono puliti.
(pagina 936)
DIARIO DI UN VECCHIO PAZZO
Per me tutte le religioni sono uguali, l’unica divinità che concepisco è Satsuko. Sarei pienamente soddisfatto se mi seppellissero sotto la sua statua. (pagina 1107)
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