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Wednesday, July 11, 2018

Review: Stine

Stine Stine by Theodor Fontane
My rating: 5 of 5 stars

Fontane continua, anche con Stine, a descrivere le premesse del crollo dell’idea del - tutto - senza incrinature (le cosiddette idee solide e definite), nonostante negli stessi anni qualcuno filosofeggiava col martello (altro che Hamilton) precorrendo la particolarizzazione del tutto.

Fontane si accorge, però, che il - tutto - è ormai visibile solo attraverso uno specchio (vedi quello appeso nella camera di Stine): ossia il - tutto - è diventato immagine o lo sta per diventare e, come ben si sa, una immagine non può essere una pipa (per chi fuma e per Magritte).

Non è ancora tempo e Waldemar non può schiodare il - tutto -, il suo martellare è debole, e soccombe.

Alcuni brani:

“Signorina Stine,” disse il giovane conte …”Vengo da lei (e) se posso aiutarla, voglio farlo, e restituirle la sua libertà e svincolarla da questo ambiente. …
(pagina 52)

(Waldemar) Le ore che abbiamo trascorso insieme sono state, fin dal primo giorno, ore di tramonto, …
(pagina 117)

Cos’è il realismo di Fontane?
Ma ancora, il lettore di gusto e sensibilità sottili noterà, in questo racconto, quanto scarni e semplici siano i mezzi della scrittura, l’apparato lessicale e sintattico. Nella sorvegliatissima eppure così spontanea misura di esso è il segreto del “realismo” di Fontane: non fotografia nè documento, ma il disegno lieve, essenziale, quasi in punta di penna, dell’esistente osservato quasi dall’interno, mentre si evolve seguendo leggi proprie e quindi libere.
(pagina 146, Maria Teresa Mandalari)




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