
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Per Tove Jansson gli uomini non parlano; fanno, si muovono, occupano (riempiono) solo lo spazio fisico.
Chiunque abiti su un'isola lascia spesso spaziare lo sguardo verso l'orizzonte. Vede i contorni familiari degli scogli, e i segnali che sono sempre stati nello stesso punto, e trae forza dalla quieta consapevolezza che la visibilità è buona e che tutto è come dev'essere.
(pagina 78)
Era una serata particolarmente adatta ad iniziare un libro. La nonna aprì la prima pagina, rischiarata dalla luce del tramonto che filtrava attraverso i vetri; c'era già il disegno di un verme tagliato in due, la stanza degli ospiti era quieta e fresca e dietro la parete il babbo era seduto al suo tavolo, a lavorare.
(pagina 122)
Il babbo rientrò e mise nuova legna sul fuoco; diede loro una coperta che puzzava e uscì a guardare le onde prima che fosse troppo buio.
(pagina 137)
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