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Saturday, April 23, 2016

Review: Viaggio in Oriente

Viaggio in Oriente Viaggio in Oriente by Gérard de Nerval
My rating: 4 of 5 stars

MI MISI A CERCARE IN CIELO UNA STELLA, CHE MI SEMBRAVA DI CONOSCERE, COME SE AVESSE QUALCHE INFLUENZA SUL MIO DESTINO.
(Aurelia) (nota 246)

Desireless - Voyage voyage

Nerval va a zonzo nel Medio Oriente e ci racconta il suo viaggio che, a dire il vero, mi aspettavo con descrizioni piu’ ricche di immagini (immaginifico?).

Le descrizioni piu’ belle sono i travisamenti della realta’ dei luoghi del viaggio mediati attraverso la memoria di libri letti da Nerval su quei luoghi.
Rincorrendo Proust: vale piu’ la memoria o la realta’? Il reale diventa memoria l’istante successivo del momento vissuto e pare che non ci sia mai realta’!

Alcuni brani:
Da Fenimore Cooper a John Ford, il Far West incarna la moderna epopea del viaggio verso Occidente. Il suo momento forte, tutto iscritto nel saldo ottimismo puritano, e’ il tranquillo possesso di un bene: il mito del Far West, alla cui radice sta l’inquietudine della mancanza, il desiderio di cieli e cose nuove, e’ un mito borghese, appena corretto da vaghe reminiscenze cristiane. …
Il viaggio in Oriente e’ da sempre un itinerario a ritroso, una discesa, un lento scivolare che non ha mete da raggiungere e non vuole niente. (Bruno Nacci, VII)

A partire da Chateaubriand il viaggio in Oriente e’ una sorta di pellegrinaggio laico che, almeno una volta nella vita, bisogna affrontare: in fondo si sa gia’ quello che riserva, niente di piu’ e niente di meno di quanto e’ gia’ ben custodito nello scaffale della biblioteca o in quello, polveroso e robusto, del cuore. (Bruno Nacci, IX)

E’ davvero una sensazione dolorosa, quanto piu’ ci si spinge lontano, quella di perdere, citta’ dopo citta’, paese dopo paese, quel bell’universo che ci si e’ creati da giovani attraverso letture, quadri e sogni. Il mondo che si forma in questo modo nella testa dei ragazzi e’ cosi’ ricco e bello, che non si sa se sia il frutto esagerato di quello che abbiamo appreso, o il ricordo di un’esistenza precedente, la magica geografia di un pianeta sconosciuto. (18-9)

Ecco il mio sogno… ed ecco il mio risveglio! Il cielo e il mare sono sempre la’; il cielo d’Oriente, il mare Ionio si scambiano ogni mattino un sacro bacio d’amore; ma la terra e’ morta, morta sotto la mano dell’uomo, e gli dei se ne sono andati! (59)

Il nero sole della malinconia, che versa scuri raggi sulla fronte dell’angelo sognante di Albert Duerer, a volte si alza anche sulle pianure luminose del Nilo, come sulle rive del Reno in un freddo paesaggio tedesco. (121)

O natura! Bellezza, ineffabile grazia delle citta’ orientali costruite sulle rive del mare, cangianti quadri della vita, spettacolo delle piu’ belle razze umane, dei costumi, delle barche, dei vascelli che s’incrociano sui flutti azzurri, come ritrarre l’impressione che causate in ogni sognatore, e che tuttavia e’ solo la realizzazione di un sentimento previsto? Tutto cio’ e’ gia’ stato letto nei libri. Lo si e’ ammirato nei quadri… ma cio’ che ci sorprende, e’ di trovarlo ancora cosi’ simile all’idea che ce ne siamo fatti. (272)

Niente aggiunge forza a un amore nascente come le circostanze inattese che, per poco importanti che siano, sembrano indicare la volonta’ del destino. Fatalita’ o provvidenza, sembra veder affiorare sotto la trama uniforme della vita certe linee tracciate da un padrone invisibile che indica la rotta da seguire se non ci si vuole perdere. (316)

In fondo, - gli dicevo, - il Corano, non e’ che un riassunto dell’Antico e del Nuovo Testamento redatti in altri termini e a cui sono state aggiunte prescrizioni in sintonia con il clima. (359)

Riguadagno il paese del freddo e delle tempeste, e gia’ l’Oriente per me non e’ che uno di quei sogni del mattino, a cui succedono in breve giorni noiosi. (557)


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