La tristezza degli angeli by Jón Kalman Stefánsson
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Mi chiese
cosa avrei portato su un'isola deserta
Una barca e te
dissi
e la barca la bruciamo sulla spiaggia
poi me ne andai
lasciandola li'
per tenermi il sogno (370)
Adesso sarebbe bello dormire finche' i sogni non diventano cielo, un cielo sereno e senza vento, qualche piuma d'angelo che scende volteggiando a terra, per il resto nient'altro che la beatitudine di chi vive ignorando se stesso. Ma il sonno fugge i defunti. Quando chiudiamo i nostri occhi fissi, sono i ricordi ad aggredirci, non il sonno. Prima arrivano isolati, e perfino piacevoli e argentei, poi pero' non tardano a mutarsi in una nevicata scura e soffocante, e cosi' e' da oltre settant'anni. Il tempo passa, la gente muore, il corpo sprofonda nella terra e altro non sappiamo. Del resto qui c'e' poco cielo, le montagne ce lo rubano, e le tempeste, amplificate da quelle stese cime, sono nere come la fine del mondo. Ma a volte quando il cielo si schiarisce dopo una tormenta, ci sembra di vedere la bianca scia degli angeli, lontano, al di sopra delle nubi e dei monti, sopra gli errori e i baci degli uomini, una scia bianca come la promessa di un'immensa beatitudine. (11)
Moriamo se non ascoltiamo quello che ci insegna l'esperienza, ma ammuffiamo dentro se vi prestiamo troppa attenzione. (27)
A che serve la poesia, se non ha il potere di cambiare il destino? Ci sono libri che ti distraggono, ma che non smuovono per niente le sorti profonde. Poi ci sono quelli che ti portano a dubitare, che ti danno speranza, che ampliano la visione del mondo e ti fanno conoscere la vertigine. Alcuni libri sono essenziali, altri ti distraggono. (31)
Molti preferiscono tacere quando la vita fa piu' male, spesso le parole sono solo pietre inerti, vestiti laceri e consunti. Possono anche essere erbacce, pericolosi portatori di infezioni, assi marce che non reggerebbero nemmeno il peso di una formica, figuriamoci la vita umana. Eppure, le parole sono una delle poche cose di cui disponiamo davvero, quando tutto sembra prendersi gioco di noi. Tienilo a mente. E tieni a mente anche una cosa che nessuno capisce: le parole piu' insignificanti e improbabili possono caricarsi inaspettatamente di un pesante fardello, e portare la vita in salvo, al di la' di vertiginosi baratri. (43)
Il destino del resto sa tessere legami inattesi, dobbiamo essergli riconoscenti, altrimenti troppe cose sarebbero prevedibili e l'aria che ci circonda conoscerebbe ben poco movimento, talmente poco che diventerebbe viziata e la vita ci apparirebbe sonnolenta e spenta. La sorpresa, le cose inaspettate sono forze fisiche che mettono in movimento l'aria e caricano la vita di elettricita'; (45-6)
Si capisce meglio il mondo conoscendo molte lingue, ed e' cosi' importante capire? (54)
Allora e' questa, la vita, l'esistenza di cui sentiva sempre la mancanza senza nemmeno conoscerla; immergersi nell'ignoto e nell'incomprensibile per farne ritorno con un grappolo di parole che sono tutte insieme, legna da ardere, fiori e coltelli? Il silenzio copre ogni cosa, c'e' solo la neve che cade e quelle parole che contengono qualcosa di misterioso, un messaggio per il mondo. (58)
sulle lacrime che sono pesci trasparenti (77)
Le parole scritte possono avere piu' profondita' di quelle pronunciate, quasi come se la carta liberasse dei mondi sconosciuti da un incantesimo. La carta e' il terreno fertile delle parole. (84)
A che serve, d'altra parte, dire il nome a voce alta se nessuno ascolta? Alcuni parlano e parlano, abbelliscono la propria esistenza con le parole e ci danno la sensazione che la loro vita sia in un certo senso piu' importante, e migliore, ma forse sono proprio quelle le vite che svaniscono nel nulla appena le parole cessano di ronzare. (85)
Diamo un nome alle cose per preservarci dall'irrazionale e abbracciare il mondo... (105)
Gisli si sporge in avanti nella sedia, s'intravede un libro rilegato di blu nella tasca interna della giacca del direttore della scuola, che non esce mai di casa se non ha almeno un libro con se' per preservarsi dal fastidio del mondo. (112)
(forse Autadafe' di Canetti)
Quanto tempo vive un essere umano, in fin dei conti, quante ore limpide ha a disposizione, quante volte vive con la stessa intensita' della corrente elettrica, tanto da illuminare il mondo? L'uccello canta, il verme si contorce nella terra perche' la vita non soffochi e tu maledici i lunedì, maledici i martedì, le opportunita' scemano e schizzano sullo scintillio argentato dentro di te. (139-40)
All'inizio cercavamo rifugio nell'amarezza, poche cose sanno nutrire bene quanto l'amarezza, che ti alimenta e ti rode e ti macera fino a spezzarti in due, poi abbiamo tentato di consolarci con la malignita', godendoci lo spettacolo della tua vita, gli errori, gli sprechi, le tue sconfitte eterne davanti alla cupidigia. L'amarezza e la malignita', che cos'atro abita nello sputo del demonio, se non queste due sorelle? Un giorno ti racconteremo che cosa e' accaduto, come siamo riusciti a lavarci da quello sputo, ti diremo di quando si e' aperta una breccia che sembra un passaggio tra noi e te. Forse e' solo un'illusione, ma e' attraverso questa fessura che sussuriamo poesie e storie, gioia e sconforto, speranza e disperazione. (140)
I vestiti asciutti, la donna li ha stesi sulla canna fumaria e sul focolare, si chiama Maria, come la madre di Gesu' che pare abbia liberato l'umanita', anche se in questo momento il genere umano non sembra particolarmente libero – chi ci avra' incatenati di nuovo? (169)
Ci sono poche cose di cui ci possiamo fidare in questo mondo, gli dei hanno l'abitudine di tradirci e gli uomini ancora di piu', ma la terra non inganna, puoi chiudere gli occhi senza alcuna esitazione e avanzare di un passo, lei ti riceve, ti accoglie, ti proteggero' io, dice, e per questo la chiamiamo madre. (187)
La poesia uccide, ti dona ali, le agiti un po' e ti accorgi di avere catene. Ti apre mondi nuovi, e poi ti riporta brutalmente indietro, nella tormenta, nello squallore del quotidiano. (257)
La vita e' talmente multiforme da essere quasi ridicola, assurda, al di la' del dicibile, e' molto piu' ragionevole fischiettare piacevolmente un'aria piuttosto che cercare di descriverla a parole. (284)
Diavolo, ragazzi, ma uno viene al mondo in questa vita di merda solo per morire? (350)
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