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Thursday, February 26, 2015

I DissidentiI Dissidenti by Sara Zelda Mazzini
My rating: 3 of 5 stars


Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione [...].

L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!


(Friedrich Wilhelm Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 341.)



L’eterno ritorno dell’uguale e’ scritto sulle spalle di Mad (sebbene, a dire il vero, il serpente dell’eterno ritorno divori se stesso) per evitare di scrivere la propria vita di nuovo (evito, per necessita’, la parola riscrivere) … lo sforzo dell’autrice de I dissidenti e’ proprio questo.

I dissidenti e’ suddiviso in tracce, come un CD, suggerendo l’idea di un raccontare in musica la vicenda di Mad e dei suoi amici ‘dissidenti’.

Mad, dopo alcune vicende con la famiglia, si aggrega ad una pseudo-autoctona societa’ di dissidenti installata in un ex manicomio.
Nel mondo ‘reale’ prosegue una guerra non sempre ben ricordata nella trama del racconto, oppure e’ solo quella guerra della vita quotidiana che si vuole lasciare al di fuori.

Se durante l’ascolto (lettura) di questo CD l’intenzione era quella di creare una notevole attesa per l’exploit finale non credo che l’autrice ci sia riuscita. L’impressione e’ quella di percorrere una serie di sentieri interrotti (Holzwege) ed appunto l’exploit finale arriva come un segnavia trovato per caso percorrendo uno dei sentieri.

Ciononostante le qualita’ affabulatorie ci sono, la narrazione non e’ mai noiosa, o intricata (tipica dei neofiti che vogliono nascondere plot inesistenti). Punterei su questo per il futuro ed anche con l’aiuto di un buon (esperto) curatore di libri.

Lascerei perdere il racconto di quei ‘tic’ tipicamente italiani: sono gia’ noiosi viverli quotidianamente! (mi riferisco a quella situazione al bar del tipo ‘pago mi o te paghe ti’ (dialetto veneto)).


Il brano migliore: Track n. 9 - Out. (da riascolatare)
La mia valutazione: tre stelle. Questo e’ il risultato della semplice equazione cinque / quattro stelle = classico (vedi Dostoevskij), di conseguenza restano le altre stelle.

Each man kills the thing he loves
(Jeanne Moreau)
Alcune citazioni:

Lentamente scompare ogni amore
mentre noi ci rifiutiamo di cambiare.

Una volta ho incontrato il Destino. Vendeva calzini e fermapanni colorati sul piazzale antistante il mio alloggio.

Che cosa faresti se un giorno scoprissi che i ricordi che hai non sono tuoi? Se scoprissi che hai trascorso la tua vita a immaginare di essere qualcosa che non sei, perche’ quello che ricordi non e’ che una distorsione, un incidente capitato a qualcun altro, o forse a nessuno in particolare?

Perche’ nella mia vita, cosi’ come in quella di chiunque altro, sono accadute cose ben piu’ assurde di quelle che continuo a ricordare. Non so perche’, ma questo e’ qualcosa che vale la pena cercare di non dimenticare.

… il bibliotecario, non ha sentito ragioni e mi ha affidato di sua iniziativa una copia de I demoni di Dostoevskij. E mi ha assicurato che mi sarebbe piaciuto.
“Nei romanzi si trova tutta la storia di cui abbiamo bisogno” mi ha detto. “Il resto non e’ mai altrettanto sincero.”

“Della questione del karma. Cosa ne pensi del’idea di ritornare?”
“Oh, quello. Non so. Mi piacerebbe credere che ci sia una vita dopo la morte. Ma, quando guardo al mondo, non posso pensare che qualcosa di tutto questo continuera’ a essere.”

“Mal bin ich hier, mal bin ich dort, dann bin ich fort.”

Significa: ora sono qua, ora sono la’...”
“E poi?”
“E poi non ci sono piu’.”

Il mondo si trasforma, ma gli esseri umani rimangono sempre gli stessi. Adorano i loro idoli soltanto finche’ quelli ottengono il consenso dei potenti, poi viene il momento di seguire qualcun altro. Sono cosi’ volubili…”

Quello che rende sopportabile il giorno e’ che infine arriva sempre la notte, a legittimare le nostre bugie.

Da qualche parte c’e’ un uomo che ha imparato a sovvertire l’ordine del tempo, cosi’ che il mondo viva delle sue menzogne. Uccide il giorno dormendo, rifugiandosi nel cuore di una notte che non finisce mai. Uccide quella verita’ che nasconde per primo a se stesso, poiche’ ha capito che il modo migliore per mantenere un segreto e’ dimenticarlo.

Non so davvero come l’umanita’, per darsi conforto, riesca a ingannarsi col presunto valore curativo del tempo, anche a fronte di ogni evidenza. Io non sono qui per confortarvi, ma per dirvi le cose come stanno (almeno, nel modo in cui queste si sono mostrate ai miei occhi) e vi dico che il tempo non cura nessuna ferita, anzi: non fa che incistirla. Nel momento in cui vi sembrera’ di riuscire a sopportare il vostro grande dolore, quella parte di voi che ha sofferto perche’ prima aveva amato sara’ morta. E la vostra capacita’ di dare e ricevere amore ne uscira’ sempre piu’ logorata, fino a spegnersi del tutto. Anziche’ sollevare lo spirito, lo scorrere del tempo lo indurisce. Ecco la realta’, cosi’ come la conosco.

Davvero, non credo che nessuna donna desideri essere amata. Una donna vuole essere lasciata libera di amare, di deporre il proprio amore dentro un uomo, a germogliare.

Ho voglia di tenere tra le mani quella parte di universo che e’ significativa, sentirne battere il cuore, per un altro giorno appena o per il resto della vita, giocando ad espandermi oltre la linea del tramonto.

Ho sempre pensato che un giorno avrei messo in moto i piedi e non mi sarei fermata piu’.

Forse che la malinconia serve a redersi liberi? Non credo.

Penso a come il mondo si e’ rovesciato da quando i personaggi di Pirandello cercavano un autore per cominciare ad agire, e tutto quello che invece vogliamo noi oggi e’ starcene dietro le quinte, a farci piovere addosso la vita dal cielo e a commiserarci perche’ la vita ci piove addosso dal cielo.

… il passato non puo’ essere oggetto di modifica, cessione o spartizione. Il passato e’ personale, ed e’ la cosa piu’ immutabile che esista.

Se desideri tanto a lungo e intensamente una cosa, quella cosa poi e’ tua. Ma cosa accade quando ti accorgi che, dopo averla ottenuta, non la desideri piu’?
(Rilke?)

In fondo, siamo tutti prigionieri di qualcosa. Di una stanza. Di noi stessi. Non c’e’ peggior luogo di reclusione di un cuore abbandonato. E non c’e’ peggiore abbandono di quello di chi si abbandona da solo.

Se avessi una fede potrei avere paura del giudizio che mi aspetta, ma non credo al vostro Dio e so che dopo non mi aspettera’ un bel niente, come niente aspetta maia questo mondo. Penso, pero’, che potrei ritornare.

Vedete, basta cambiare il nome che diamo alle cose per rendere tutto diverso.


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