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Thursday, June 2, 2016

Review: Leggende del deserto americano

Leggende del deserto americano Leggende del deserto americano by Alex Shoumatoff
My rating: 4 of 5 stars

La seconda parte del titolo originale (... Sojourns in the Greater Southwest) rende molto di piu’ l’idea di cio’ che tratta questo libro; mentre la prima parte (Legends of the American Deserts), utilizzata anche nella traduzione italiana, puo’ attrarre il lettore, ma non completa i temi trattati da Shoumatoff.

Alcuni brani:

A quel punto avevo viaggiato cosi’ tanto che nulla mi sembrava esotico. Avevo capito che nessun modello sociale e’ privo di aspetti venali. Potremmo dire che avevo incontrato l’Altro, e l’Altro ero io. (16)

Cio’ che Lawrence (D.H.) ammirava negli indiani era il fatto che la loro fosse la “religione piu’ antica”, che egli definiva come “l’autentico slancio vitale …, il desiderio … di stabilire un contatto diretto, nudo, senza un mediatore o un intermediario … con la vita elementare del cosmo, la vita della montagna, la vita della nuvola, la vita del tuono, la vita dell’aria, la vita della terra, la vita del sole”. (22)

Per molte tribu’ californiane la Via Lattea e’ formata dalla polvere scagliata in cielo durante una gara di corsa fra Coyote e Lince. (77)

“Noi nativi (Navajo) tentiamo di rimanere in armonia con l’insieme della creazione, - prosegui’. - Se violi le leggi naturali del vento, della pioggia, del fulmine, dei rettili, questo finira’ col ripercuotersi negativamente su di te. …” (118)

“Certa gente non e’ poi cosi’ felice che Colombo abbia scoperto quello che oggi chiamiamo America”, diceva John di Big Mountain. (144)

Shoumatoff distruttore di miti:
Ma per pochi elementi del mito di Alamo sono storicamente accertati. Davy Crockett, per esempio, non indosso’ mai un cappello di pelliccia di procione; inoltre, secondo studi recent, si nascose sotto un letto nel corso della battaglia e, ben lontano dal volersi battere fino alla morte, tento’ di arrendersi. (333)

Il filo spinato segno’ la fine delle forme di vita nomadi: bisonti, antilopi, indiani e guide.Fraziono’ gli spazi illimitati che avevano costituito l’essenza della frontiera. Ora la Madre Terra era divisa in particelle in costante diminuzione, che gli anglos si illudevano di possedere. (348)

… il sombrero a tesa larga per proteggere gli occhi dal sole abbagliante, il bandana per difendere il naso e la bocca dalla polvere, i chaparajos (o chaps, copricalzoni di pelle) contro i rovi, gli stivali a punta adatti a essere infilati nelle staffe, gli speroni con le stelle di cinque centimetri; la realta (o lariat) per prendere gli animali al lazo, la sella col pomo per assicurare la corda (molto diversa da quella usata dagli inglesi), la cavezza (o jaquima) senza morso metallico. (361)

La prima cosa che mi colpi’ ad Albuquerque, dove le case e gli alberi sono bassi e poco invadenti, fu il cielo, la visibilita’ non ostacolata, che ribattezzai Vasta Vista. Come molti prima di me, dopo averci fatto l’abitudine, scoprii che lo spazio aperto, la luce, i colori del cielo e della terra spoglia ed esposta alle intemperie avevano un effetto meravigliosamente tranquillizzante e terapeutico. Attivavano i recessi contemplativi del cervello: erano il dono piu’ speciale del Sudovest. (442)

Gli indiani hanno un senso della natura superiore a quello dei bianchi, … La accettano e la usano, anche se non la possono spiegare. Salgono sulle montagne e si siedono a guardare gli dei che camminano fra gli alberi. (476)



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