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Monday, June 13, 2016

Review: Una pinta d'inchiostro irlandese

Una pinta d'inchiostro irlandese Una pinta d'inchiostro irlandese by Flann O'Brien
My rating: 5 of 5 stars

Puoi prendere un ascensore, schiacciare un qualsiasi pulsante ed il solito ‘caso’ puo’ aprirti mille vie.
Quale sceglierai?
Oppure quale sarai obbligato a scegliere?
Potrai tornare indietro e premere il pulsante corretto?
Nulla di tutto cio’, torna indietro e mettiti a leggere Flann O’Brien.

Se Borges fosse nato donna, e potrebbe anche essere vero, e Auster fosse nato uomo, e potrebbe… anzi e’ vero, il nascituro della coppia si potrebbe chiamare Flann O’Brien.

Ad un certo punto i personaggi di questo libro decidono di cambiare la storia in cui sono coinvolti.
Ma, caro Flann O’Brien, non possono farlo!!
Per lo piu’ possono decidere di trovarsi un altro autore (vedi Pirandello).

Alcuni brani:

La maggior parte degli scrittori perdono il tempo a dire cio’ che hanno gia’ detto, di solito molto meglio.
Una gran copia di rimandi ad opere gia’ esistenti permetterebbe al lettore di conoscere istantaneamente il carattere di ciascun personaggio, eviterebbe faticose spiegazioni e vieterebbe efficacemente ai ciarlatani, agli arrivisti, agli imbroglioni e agli illetterati la comprensione della letteratura contemporanea. (31)

Sul davanzale della finestra c’era una piccola sveglia di bachelite; essa si prendeva cura di ogni nuova giornata, non appena questa entrava nella stanza dalla finestra su Peter Place, e la distribuiva con precisione in ventiquattro ore. (39)

Ci fu un tempo in cui preferivo
Ai vili discorsi degli uomini
Gli accenti della tortora
Che svolazza presso le acque.

Ci fu un tempo in cui preferivo
Al tintinnio delle campane
La voce del merlo tra le rocce
E il bramito di un cervo nella tempesta.

Ci fu un tempo in cui preferivo
Alla voce di una bella donna
Il richiamo della starna di montagna
In pieno giorno.

Ci fu un tempo in cui preferivo
Il guaito dei lupi
Alla voce di un chierico
Che canticchia tra quattro mura.
(117)

Il guaio, sia per Cryan che per la maggior parte della gente, disse Byrne, e’ che non rimangono a letto abbastanza a lungo. Quando l’uomo dorme, e’ sommerso e perso in una molle, atona felicita’: sveglio, invece, e’ irrequieto, torturato dal proprio corpo e dall’illusione dell’esistenza. Perche’ gli uomini, per secoli, si sono dati da fare per dominare il corpo sveglio? Mettetelo a dormire, e’ il metodo migliore. Che serva soltanto per rigirare di quando in quando l’anima addormentata… (127) (Oblomov docet)




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