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Friday, January 1, 2016

Review: La guerra dei Trent'anni

La guerra dei Trent'anni La guerra dei Trent'anni by C.V. Wedgwood
My rating: 3 of 5 stars

Fiat iustitia et pereat mundus. (Ferdinando I di Asburgo)

Per lo piu' un testo di studio che di quotidiana lettura.
Mancano le cartine geografiche ed almeno un elenco dei regnanti e comandanti.

Nel 1618 la dinastia degli Asburgo era la piu' grande potenza d'Europa, Austria est imperitura orbi universo, sentenziava il suo fiero motto, vanto non infondato entro i ristretti limiti del mondo quale era concepito dall'uomo comune europeo. (21-2)

Il re di Spagna voleva il Reno, in modo che le sue truppe e il suo denaro potessero essere trasportati facilmente dall'Italia settentrionale in Olanda. Il re di Francia e l'Olanda non meno di lui cercavano a loro volta alleati sul Reno per contrastare questi piani. Anche i re di Svezia e Danimarca miravano a stringere alleanze sulla costa baltica l'uno contro l'altro, contro il re di Polonia o contro l'Olanda. Il papa tentava di formare in Germania un partito cattolico che si opponesse all'imperatore asburgico e il duca di Savoia tesseva intrighi per conquistare il trono imperiale. (29)

Richelieu non intendeva limitare la guerra alla Germania del Nord. la Casa d'Asburgo era il nemico, ma egli temeva la Spagna piu' dell'Austria e il suo scopo era di tenere l'Austria immobilizzata in Germania, mentre l'attacco principale contro la Spagna sarebbe stato scatenato sul Reno e nell'Italia settentrionale. La Savoia e Venezia erano gia' state interpellate prima che egli assumesse il potere e Richelieu coltivo' questi buoni rapporti. Anche le Province Unite dovevano entrare nella coalizione. L'esule Federico ed Elisabetta, imparentati per matrimonio a quasi tutti i regnanti protestanti d'Europa, divennero l'anello principale della catena che stava congiungendo Inghilterra, Danimarca, Svezia e le Province e che avrebbe compreso in una sola grande alleanza la Savoia, Venezia e la Francia. Anche Bethlen Gabor si assumeva l'incarico di attaccare l'Ungheria in modo che il blocco asburgico sarebbe stato assalito contemporaneamente sui fianchi, di fronte e alle spalle. Richelieu aveva finalmente dato un contenuto realistico a quei piani chimerici che Federico e i suoi ministri avevano concepito di anno in anno. (189)

La crisi di Mantova, insignificante in se’, costitui’ l’evento determinante della Guerra dei Trent’Anni, perche’ provoco’ la separazione definitiva della Chiesa cattolica, allontano’ il pontefice dalla dinastia asburgica e rese moralmente possibile, per riequilibrare la situazione, l’alleanza fra Potenze protestanti e cattoliche. (250)

La Casa d’Austria ha una radice che rifiorira’. (Tommaso Wentworth) (339)

Dal punto di vista religioso la battaglia di Noerdlingen (1634) fu una vittoria strepitosa per i cattolici come era stata strepitosa per i cattolici per loro la sconfitta di Breitenfeld; dinasticamente innalzava al massimo il prestigio degli Asburgo, militarmente costituiva un colpo mortale per la reputazione dell’esercito svedese e l’esaltazione della gloria spagnola. Politicamente invece dava a Richelieu la direzione della causa protestante, alzando il sipario sull’ultimo atto della tragedia tedesca, nella quale Borboni e Asburgo avrebbero combattuto a fondo fino all’inevitabile esito. (381)

Quando il piacere e l’interesse privato prendono il sopravvento nella societa’ disorganizzata, anche le crociate piu’ religiose perdono il loro carattere sacro, e la Guerra dei Trent’Anni perdette quel poco significato spirituale che aveva avuto per altre cause. … Il motivo non e’ difficile da scorgere; mentre il crescente interesse per lo sviluppo delle scienze naturali aveva prospettato al mondo colto una nuova filosofia, i risultati tragici dell’intervento della religione nelle cose temporali avevano discreditato le Chiese come ispiratrici dello Stato. La fede non era per questo diminuita nelle masse e anche sulla gente istruita e dedita alla filosofia aveva mantenuto un notevole ascendente, ma si era sviluppata in modo piu’ personale, diventando un rapporto diretto fra l’individuo e il suo Creatore. (384)


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