L'erba delle notti by Patrick Modiano
My rating: 4 of 5 stars
Lettera di Charles Baudelaire a Jeanne Duval
Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria.
Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli! La mia anima viaggia sul profumo come l'anima degli altri viaggia sulla musica.
I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno.
Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell'azzurro tropicale; sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco.
Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere. Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.
Charles Baudelaire
Una domenica di ottobre, nel tardo pomeriggio, i miei passi mi avevano portato in quella zona che in un altro giorno della settimana avrei evitato. No, non si trattava affatto di un pellegrinaggio. Ma se sei da solo, soprattutto nel tardo pomeriggio, le domeniche aprono una breccia nel tempo. (pag. 5)
… esistono sentinelle che presidiano i crocevia della nostra esistenza - (pag. 27)
In questo libro non c’e’ confusione,
ma solo i nostri pensieri che vivono e respirano
senza i blocchi ostinati del tempo che scorre.
Ricordare i ricordi, staccarli dal tempo
pietroso e scegliere, col vento, quelli
che preferiamo tra loro.
Davvero non c’e’ ne’ passato ne’ presente. (pag. 40)
Ma e’ molto piu’ complicato di cosi’... In fondo non esiste il doppio gioco…
Di certo aveva ragione, visto che me lo confidava con una tale gravita’... Stranamente questa frase mi e’ rimasta impressa nella memoria. Nel corso degli anni successivi, quando ero da solo per strada, preferibilmente di notte e in certi quartieri a ovest … sentivo la voce lontana di Aghamouri che mi diceva: “In fondo non esiste il doppio gioco”. (pag. 71)
Alle volte parole o frasi ci percuotono nel tempo:
la memoria (grande traditrice dell’uomo!)
Compativo quelli che dovevano segnarsi sull’agenda molti appuntamenti, alcuni addirittura con due mesi d’anticipo. Per loro tutto era fissato, e non avrebbero atteso mai nessuno. Non avrebbero mai saputo che il tempo palpita, si dilata, poi si placa, e a poco poco trasmette una sensazione di vacanza e di infinito che altri cercano nella droga, ma che io trovavo semplicemente nell’attesa. (pag. 80)
Questa sera ho sfogliato il fascicolo di Langlais e di nuovo mi sono imbattuto in una delle veline su cui figurano dettagli molto precisi che ricopio qui di seguito: “La vittima e’ stata colpita da due proiettili. …” … Ci tornero’ sopra in seguito, un giorno che ci sara’ bel tempo, e il sole e l’azzurro del cielo dissiperanno le ombre. (pag. 91)
Ancora, alle volte si puo’ rimandare
‘l’accoglimento’ della verita’. E quale e’?
Sento ancora la sua voce che mi dice: “Non stare a pensarci troppo, Jean…” (pag. 135)
L’erba sognata di notte ci riporta alla vita
(simbologia dei sogni) senza le pretese
razionali dell’intelletto.
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